Benevento-Perugia 2-1. Il Grifo salva Bucchi coi soliti errori. L’arbitro collabora.
Scritto da Daniele Orlandi il 24/11/2018Torna il solito Perugia da trasferta. In tutti i sensi, positivi e negativi. Ancora un risultato da spiegare con errori difensivi, occasioni sprecate, inferiorità fisica in mezzo al campo, contrasti persi e palle regalate in uscita. Oggi c’è in più il fattore arbitri, col signor Massimo di Termoli che si è voluto concedere il suo minuto di celebrità decretando l’espulsione di Falasco ben al di là del regolamento. Mancava un questo d’ora alla fine e il Perugia ha dovuto rinunciare alle velleità offensive per rintanarsi dietro, in un finale pieno di ansie. Cominciamo dagli errori sui due gol dei campani. Nel primo, Coda ha potuto colpire indisturbato di testa dal limite dell’area su cross da sinistra. Nel secondo, Gabriel, che pure aveva fatto bene nel corso della partita, ha sciaguratamente respinto di pugno un cross da destra che aveva comodamente sulle mani. Un autentico assist per l’ex Bandinelli che ha infilato dal limite. Era il 90′ e lì è finita. Come sempre in questo campionato, il Perugia deve recriminare per aver giocato in trasferta alla pari con una “grande” senza però stringere nulla in mano a fine gara. E dato che la storia si ripete costantemente, il dato è strutturale. Il Perugia tiene bene il campo, crea occasioni e situazioni. Ma ne sbaglia troppe (oggi Melchiorri nel finale e una ripartenza in 4 contro 3 gridano vendetta). E, poi, le immancabili leggerezze difensive che, nei momenti decisivi, vanificano un assetto che non fa mai soffrire il Perugia, capace di tenere sempre botta contro le cosiddette grandi. E, poi, i chili e i centimetri che mancano sempre nel confronto con le altre formazioni. I contrasti persi, le seconde palle sempre preda degli avversari, le palle perse a tutto campo perché gli altri hanno più massa e prestanza fisica. E la solita inferiorità sulle fasce, che espone il Perugia a cross a ripetizione e a rischi costanti sulle palle alte. Questo è un dato strutturale, e chi può deve analizzarlo bene, perché il Perugia perde sempre allo stesso modo e sempre con recriminazioni. Perché così, il Perugia era e rimane un’incompiuta e i sogni di alta classifica non possono avere riscontri nella realtà.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia