Verona-Perugia 2-1. Grifo, altra sconfitta immeritata ed errori sempre decisivi.
Scritto da Redazione il 27/10/2018Adesso il baratro è lì. Inopinatamente, bisogna parlare di baratro anche se il Perugia gioca bene e con personalità. Ma perde, e lo fa dolorosamente, proprio come a Salerno. Due sconfitte gemelle, immeritate e beffarde. E quando una squadra perde giocando bene, i margini di miglioramento sono minimi, ecco dove sta il punto preoccupante. Che non è tanto quello della classifica, che pure non racconta niente di buono. Ma quello mentale, di una squadra che proprio non sembra riuscire a dare le garanzie che servono nel campionato di serie B. Una squadra che gioca anche bene, a tratti sembra spumeggiante, ma poi commette errori sempre decisivi, sia in attacco che in difesa e, puntuale come un orologio, compromette puntualmente quanto di buono fa in fase di costruzione. Un atteggiamento mentale sbagliato, leggero, senza la cattiveria e il cinismo che sono indispensabili nel calcio e, in particolare in serie b. Emblematico quello che è successo dopo il vantaggio perugino nel primo tempo. Il Perugia, dopo un inizio sofferto soprattutto per le incursioni veronesi sulla destra, era riuscito a controllare bene i veronesi e ha avuto una serie di situazioni di break e ripartenza nelle quali è stato lezioso, poco convinto e non ha creato le occasioni con cui avrebbe potuto e dovuto fare ulteriormente male al Verona. Una sconfitta cifrata dagli attaccanti perugini di ieri e di oggi: l’1-0 lo segna Melchiorri; il 2-1 lo segna Di Carmine, alla sua prima marcatura in riva all’Adige; il 2-2 lo manca Luca Vido, che pure era stato bravo a procurarselo, perché decide all’ultimo momento di cambiare l’impostazione della rincorsa. Il Perugia adesso, dopo la doppia débacle, rischia di perdere anche le non irrilevanti certezze sul piano del gioco che pure ha mostrato tra Salerno e Verona. Mentalmente, Nesta dovrà lavorare soprattutto su questo aspetto perché, dopo due sconfitte incredibili, dovute essenzialmente a errori propri, tecnici e di atteggiamento, la squadra potrebbe smarrire la fiducia nei propri mezzi. La partita è stata combattuta, il Perugia ha tenuto testa al Verona, ma gli errori sui gol presi si somigliano troppo a quelli di Salerno e di altre occasioni: sull’1-1, El Yamiq commette un fallo di irruenza, anziché anticipare Di Carmine; e sul 2-1 Felicioli si è perso Di Carmine, distante da lui e lasciato indisturbato a colpire di testa. E anche il rigore è stato sbagliato malamente da Vido, come successe in casa col Carpi a Moscati: battute molli, senza la convinzione di farcela. Quanto a Nesta, dovrebbe forse far capire da subito e per sempre ai suoi ragazzi che in serie B non basta essere bellini, non serve giocare bene se non si mette attenzione nell’atteggiamento difensivo, determinazione nei tackles in mezzo al campo, precisione nei passaggi, cinismo e tempismo nel concludere verso la porta quando arrivi alla conclusione. E se, sempre, non si mette concentrazione in tutti i momenti della partita, senza pause e leggerezze. Un’identità di gioco c’è, la personalità pure, le prestazioni individuali e di squadra sono buone, i giovani crescono con progressione costante, ma se gli errori sono sempre decisivi in negativo, si rischia di finire in un imbuto assurdo e pericoloso. Il Perugia non può permetterselo e martedì lo deve far capire al Padova dell’ex Bisoli. Senza tentennamenti, senza se e senza ma. Senza errori, possibilmente.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia