La storia di Matteo Anania, ieri calciatore, oggi broker assicurativo. La sua nuova attività professionale, il ricordo di Perugia, il rapporto con Battistini e Camplone.
Scritto da Raffaele Garinella il 25/05/2018Gli infortuni nel mondo del calcio sono frequenti tanto quanto le reti spettacolari e le pregevoli giocate dei grandi campioni. Possiamo citarne tanti, dal “paso doble” di Ronaldo contro la Lazio, interrotto sul più bello dalla lesione del tendine rotuleo, alla frattura di tibia e perone rimediata da Franco Vannini contro Fedele in un celebre Perugia-Inter. In alcuni casi, un infortunio può determinare la brusca interruzione dell’attività sportiva, mentre in casi estremamente gravi, anche la morte. È necessario affidarsi a dei professionisti che sappiano consigliare e guidare i propri assistiti,- in questo caso calciatori-, verso la scelta di una copertura assicurativa che fornisca i migliori servizi e che non tralasci alcun particolare del sinistro. Matteo Anania, ex terzino destro del Perugia, che i tifosi ricordano con affetto e gratitudine per dedizione, impegno ed attaccamento alla maglia, ha dovuto, proprio a causa di un infortunio, interrompere l’attività sportiva agonistica. Anania non ha perso tempo a piangere sul latte versato, ma con la stessa determinazione che metteva in campo e che lo ha portato a sfrecciare sulle fasce, ha intrapreso una nuova avventura professionale. Oggi è un importante broker assicurativo. Gli abbiamo chiesto di illustrarci meglio questa figura professionale.
- Buongiorno Matteo, oggi svolgi la professione di broker assicurativo. Puoi spiegare meglio di cosa si tratta?
Il broker è un professionista che si occupa di mediare tra le compagnie di assicurazioni e i propri clienti, nel mio caso, calciatori. Abbiamo polizze infortuni con la corporazione di assicurazioni Lloyd’s Londra. Le coperture assicurative sono importanti ed il nostro compito è quello di gestire il sinistro senza trascurare alcun particolare, fornendo al calciatore il miglior servizio possibile.
- Quando è nata l’idea di diventare broker? Tu hai subito, proprio a Perugia una lussazione tibio astragalico con lesione capsuolo legamentosa. L’infortunio può averti influenzato nella scelta?
Si è trattato di un brutto infortunio, purtroppo curato non benissimo. La problematica anziché risolversi, progrediva. Il mio assicuratore, oggi mio capo, mi ha coinvolto in questa professione che mi ha entusiasmato sin dal primo momento. Se non avessi subito quel brutto infortunio durante un contrasto di gioco contro Bruno Martella, il mercoledì successivo alla partita vinta per 4-1 contro il Viareggio, la mia stagione e la mia carriera sarebbero andate diversamente.
- In che cosa consistono le polizze?
Assicuriamo più del 50 % dei calciatori che partecipano ai campionati che vanno dalla serie A all’Eccellenza. La nostra sede è a Bologna. Non solo ci occupiamo della gestione degli infortuni dei calciatori, ma anche delle loro pratiche Inail. Gestiamo polizze che riguardano infortuni occorsi ai calciatori e polizze obbligatorie per le società di serie A e serie B.
- Un calciatore quando rimane vittima di un infortunio più o meno lungo, rischia di perdere il famoso “treno”, quello che magari passa una sola volta nella vita. Da qui, il passo per imbattersi nello sconforto, nel ritrovarsi con l’umore deflesso è breve. Come si riesce, attraverso la tua professione, a tutelare questo importante aspetto?
Il primo aspetto, direi fondamentale, è quello di curarsi in maniera adeguata. Per tale ragione è importante rivolgersi presso il giusto centro riabilitativo. È determinante anche l’affetto dei familiari e delle persone che ti vogliono bene, dei veri amici. Il loro supporto ti aiuta a non mollare mai, soprattutto quando la strada è in salita. Il mondo del calcio è particolare e tanta gente quando smetti di giocare si dilegua, per questo è bene circondarsi di persone giuste.
- Tanti calciatori si sono avvalsi della tua professionalità. Tu sei stato calciatore e conosci molto bene il mondo del calcio. Secondo te questo aspetto è importante per i tuoi assistiti in termini di fiducia?
È un aspetto importante. Tanti calciatori si sono rivolti a noi. Alcuni sono tesserati per il Milan, altri per la Juventus. Del Perugia, assistiamo Nicola Leali.
- Passiamo al calcio giocato, segui sempre il Perugia? Come valuti l’esonero di Breda e la scelta di Nesta?
Seguo il Grifo con immenso piacere. A Perugia ho ancora tanti amici. Breda ha svolto un buon lavoro. Il Presidente ha compiuto una scelta e l’ha argomentata. Sicuramente ha affidato la panchina ad un importante uomo di sport come Nesta e magari al termine dei playoff avrà ragione lui.
- A Perugia due stagioni, la prima terminata con la vittoria del campionato, mentre durante la seconda hai disputato solo dieci partite prima dell’infortunio. Rimpianti?
La prima stagione è stata bellissima, sia in campo, sia fuori, con un grande rapporto con la città e con i tifosi. Conoscevo bene l’Umbria, avendo militato in precedenza a Gubbio. Anche durante la seconda stagione sono partito molto bene. Mi ero ritagliato uno spazio importante e se non fosse stato per quell’infortunio sicuramente sarebbe andata diversamente. Ci ho pensato tanto, ma il bello della vita è che riserva sempre pagine importanti da scrivere. Posso considerarmi una persona fortunata.
- Ultima domanda: Battistini e Camplone sono due ottimi allenatori. Chi ti è rimasto maggiormente nel cuore?
Con Battistini ho giocato insieme ed ho avuto un rapporto particolare, ci punzecchiavamo, ma non sono mai mancate fiducia e reciproca stima. È stato un rapporto bello e corretto. Vorrei smentire le voci che dicevano che non lo volessi come allenatore. È sempre stato un punto di rifermento, sia umano che tecnico, e lo ringrazio perché a Perugia mi ha voluto lui. Il rapporto con Camplone è stato meno confidenziale ma ho avvertito, anche con lui, tanta fiducia. È stato un rapporto professionalmente molto importante e mi sarebbe piaciuto trascorrere un’altra stagione con lui. Da ex terzino avrebbe potuto insegnarmi tanto.
Raffaele Garinella-TifoGrifo.com
Si ringrazia Matteo Anania per concessione del materiale fotografico.