Due amici, due colori, il bianco e il rosso, una sola squadra, il Grifo. È la storia di gente di mare che… tifa Perugia.
Scritto da Raffaele Garinella il 03/05/2018Bari 1994
La radio trasmette “Come mai”.
Max, quello bruno, è la voce, mentre Mauro, il biondo, balla. Si sono conosciuti a scuola ed hanno fondato un gruppo musicale, gli 883. Sono davvero bravi. Conciliano lo studio.
“La scuola è importante, solo attraverso lo studio potrai realizzare i tuoi sogni”.
Quante volte i nostri genitori prendendoci in disparte ci hanno ripetuto queste sagge parole. Siamo stati tutti bambini, e si sa, ai bambini interessa quello che c’è dopo i compiti. In Puglia, come nella maggior parte d’Italia, dopo aver finito i compiti, si corre in strada per giocare a calcio, una “sfidetta”,-così la chiamano-, tra amici.
Il pallone è un Super Santos, arancione, che quando lo calci, non vola via come il Super Tele. È stato acquistato tramite una colletta, ben 500 lire ciascuno, che moltiplicate per dieci, fanno 5000 lire.
Nico si prepara, si bagna la testa come sempre, sistema la maglietta nei pantaloncini.
È pronto.
Marcherà Antonio,“il perugino”, intento a palleggiare in disparte.
Lo chiamano così per via delle origini. È umbro, di Perugia, ma da un anno a causa del lavoro del padre, docente universitario, si è trasferito in Puglia.
Antonio non si separa mai dalla maglia rossa del Perugia, sponsor “Cassa Risparmio Perugia”, numero 16.
“Questa l’ha indossata Aiello”, racconta con orgoglio. È una maglia bellissima, tutti i bambini sgranano gli occhi quando la ammirano.
Antonio è stato accolto calorosamente nella nuova classe e si è subito integrato.
Quel suo accento piace a tutti, alcune parole come “frego” o “cocco” suscitano troppa simpatia.
Nico ha provato con scarsi risultati ad insegnargli qualche parola in vernacolo.
Per esempio, quando ti dico “abbàsce”, significa che sono sotto casa tua, o quando ti dico che siamo “allègre allègre”, vuol dire che siamo ottimisti.
Palla o porta, Perugì? Palla, tanto in porta non ci vado.
Bene, cominciamo.
Fa caldo in Puglia, la primavera non lascia spazio ad inutili equivoci.
Il freddo, con la minima a 12 gradi, è andato via da un pezzo. In aprile si arriva anche a 27 gradi.
La maglia di Aiello è straordinariamente bella, ma quando si suda, pesa quattro chili.
La partita finisce 2-2, Antonio è davvero bravo e realizza una doppietta nonostante la marcatura asfissiante di Nico.
“Nico, oggi non l’hai vista mai, però sei difficile da superare, chettepiasse n’colpo…”
“Perugì, de ià dà nu tuzze?”
Si abbracciano, si sono piaciuti sin dal primo momento. Tra loro c’è sintonia.
“Andiamo a casa, mia madre ha preparato la focaccia. E poi devi raccontarmi del Grifo, di Cornacchini e Piovanelli. E non dimenticarti che la maglia di Aiello me la devi regalare”.
Perugia, 2018
Sono passati circa ventiquattro anni da quella sfidetta.
L’aprile umbro lascia spazio ad equivoci.
Il freddo non sempre va via per tempo. Ci sono giornate in cui il sole è talmente caldo da fare invidia a quello di luglio, ed altre in cui è timido e decide di rimanere in disparte.
Nico risiede in Umbria da tempo, il suo cuore batte per il Grifo.
Magia e misteri del calcio. Al cuor non si comanda, c’è poco da fare.
Il 05 maggio si disputerà Bari-Perugia, la “sfida del cuore”, come ama definirla.
Una partita imperdibile, tanto più che le squadre lottano per ambiziosi traguardi.
Cellulare in mano, scorre la rubrica fino alla A di Antonio.
“Perugì, come stai?”
“Che ti dico, cocco, sono teso come una corda di violino, sabato c’è Bari-Perugia. Troppi anni in Puglia, tanta gente che mi vuole bene, che sin dal primo momento mi ha fatto sentire meglio che a casa. Giuro, in caso di gol, per rispetto non esulto.
“Avvasce la creste, Gardìidde? che fai abbassi la cresta, galletto?
Lo punzecchia, scherzosamente, Nico.
La replica altrettanto scherzosa di Antonio, non tarda ad arrivare.
“Che te potessi campà cent’anni… novantanove de coma e uno d’agonia”.
Ridono, si vogliono bene, si conoscono da tanto tempo.
Sono diventati come fratelli. L’uno per l’altro ci sono sempre stati, sempre ci saranno.
Il calcio è strano, per certi aspetti magico, per altri profondamente irrazionale, dove la ragione di fronte alle emozioni si comporta come la difesa inglese contro Maradona durante i mondiali del 1986.
È un mondo fatato in cui un pugliese diviene tifoso sfegatato del Perugia.
E poi due amici, due colori, il bianco e il rosso ed una sola squadra, il Grifo.
Raffaele Garinella-TifoGrifo.com
il 03/05/2018.
Registrato sotto PERUGIA CALCIO, Primo Piano, Un tuffo nella memoria del Grifo.