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Un tuffo nella memoria del Grifo. Lo chiamavano “Jo Condor”, sapeva fare gol come pochi, e per lui garantiva un certo Marco Van Basten

Scritto da il 24/04/2018
Luglio 1992
Giovanni Cornacchini, è in Canada, pronto per una tornee con il Milan.
Il suo nome figura tra gli invincibili rossoneri di “ DonFabio Capello, diventato campione d’Italia.
Solo tre presenze, ma con davanti un fenomeno come Marco Van Basten, è difficile giocare con maggiore frequenza.
E’ cattivo sotto porta, rapido, grintoso, non lascia mai nulla al caso. Tutte qualità che Luciano Gaucci apprezza oltremodo.
Il presidente non bada a spese, lo acquista investendo circa tre miliardi e duecento milioni, mica bruscolini, soprattutto per una categoria come la serie C. Il Perugia batte la concorrenza della Spal, neopromossa in serie B.
Un investimento che risulterà vincente…
Si chiama “ Jo Condor”, sa fare gol come pochi, e per lui garantisce un certo Marco Van Basten….
Perugia e “Jo Condor”, è subito amore…
Adriano Buffoni ha a disposizione un attacco atomico, con Cornacchini in tandem con  Pasquale Traini.
La campagna acquisti è rivoluzionaria per una squadra che milita “ solo” in serie C, con investimenti pari a sette miliardi e settecentocinquanta milioni.
Arrivano a Perugia Braglia, Camplone, Gelsi, Pagano, Presicci, e Andrea Bergamo.
Barletta, 15 novembre 1992
Barletta, città della Disfida, è abitata da 94.489 abitanti. Il  13 febbraio 1503 tredici cavalieri francesi, armati anche di arroganza, caddero sotto i colpi di tredici valorosi e leali cavalieri italiani, guidati dal prode Ettore Fieramosca.
E’ città di mare, abitanti calorosi ed accoglienti.
E’ novembre, ma la temperatura è gradevole.
L’atmosfera è bollente, il “ Gruppo Erotico”, principale raggruppamento dei sostenitori biancorossi pugliesi incita la squadra di Giovanni Mei, partita non benissimo in campionato.
Primo tempo avaro di emozioni, pochi sussulti, Luciano Gaucci non sembra per niente soddisfatto.
Nella ripresa il Barletta, dopo aver sfiorato il vantaggio con Lanotte, arranca, il fiato diviene sempre più corto, mentre il Grifo si getta in avanti alla disperata ricerca del vantaggio.
Al ’90, l’ex Di Spirito, che poi avrà modo, un anno più tardi, di vendicarsi, colpisce il pallone con un braccio.
Cornacchini richiamare l’attenzione dell’arbitro D’Agostini di Roma.
E’ calcio di rigore, netto, indiscutibile.
I rigori sembrano facili da calciare, ma non è affatto vero, ci vogliono le spalle larghe per sopportare il peso di una enorme responsabilità.
La porta si riduce, Marinacci rassomiglia al colosso Eraclio, leggendario custode della città di Barletta, ma non basta.
Sul pallone “ Jo Condor”, uno che sa fare gol come pochi, e poi, per lui, garantisce un certo Marco Van Basten…
Tiro… gooooollllll
Barletta-Perugia 0-1, fine dell’incontro, si torna in Umbria soddisfatti per aver violato un campo difficile.
Savi, Bergamo e Cornacchini i migliori in campo.
 
 
15 maggio 1994
Il Giarre, guidato dal “ CondorVannini, oramai è retrocesso in C2; dall’altra parte il Grifo di “ Jo Condor”, a quota 19 reti.
Dopo la delusione per la sconfitta casalinga per 2-0 contro l’Avellino, e la mancata conquista della coppa Italia contro la Triestina dell’ex Buffoni, bisogna assolutamente chiudere il capitolo promozione.
Il Curi è gremito, Cornacchini osserva gli spalti, sorride, ripensa allo spareggio di Foggia contro l’Acireale, a quella promozione scippata.
Comincia la partita, il tifo è incessante, il pubblico è da serie A, e dopo quattordici minuti, l’arbitro Urbano di Carbonia fischia un calcio di rigore netto in favore del Perugia.
I rigori sembrano facili da calciare, ma non è affatto vero, ci vogliono le spalle larghe per sopportare il peso di una enorme responsabilità.
La porta si riduce, Cesaretti sembra più grande, e rassomiglia alla facciata del duomo della città sicula visto da via Callipoli, ma non basta.
Sul pallone “ Jo Condor”, uno che sa fare gol come pochi, e poi, per lui, garantisce un certo Marco Van Basten…
Tiro… gooooollllll
È serie B!!!
Il sigillo lo pone Massimo Beghetto, il terzino che non corre, vola.
Perugia-Giarre 2-0, fine dell’incontro, tutti in corso Vannucci per festeggiare la meritata promozione.
L’addio a Perugia 
Il Perugia acquista  Marco Negri, il bomber silenzioso, che parla con i gol.
In principio le cose non vanno secondo i piani, i risultati sono deludenti e Gaucci si affida a Giovanni Galeone, il  “ profeta”.
Nel suo 4-3-3, tutto champagne e concretezza, non  c’è posto per Cornacchini.
Nessun problema, si chiama “Jo Condor”, sa fare gol come pochi, e per lui garantisce un certo Marco Van Basten…
La vita continua lungo la via Emilia.
26 gennaio 1996
E’ strano vedere “ Jo Condor” in maglia rossoblù.
I tifosi lo applaudono, lacrime trattenute a stento, poi il fischio d’inizio dell’arbitro Cesari di Genova.
Le emozioni accantonate con estrema fatica, neanche il tempo di ripensare al passato, che Scapolo porta in vantaggio il Bologna di Renzo Ulivieri. 
La partita scorre via, la porta difesa da Antonioli sembra stregata.
Quando mancano quindici minuti al termine dell’incontro, Allegri, legato a Galeone, come Camplone, Di Cara e Pagano pareggia i conti.
E’ 1-1, ma al Grifo non basta.
Al ’90 Marco Negri, il bomber silenzioso, che parla con i gol, realizza il gol vittoria.
Perugia-Bologna 2-1, vince il Grifo, vince  “Jo Condor”, acclamato e salutato dalla Nord.
 
A fine stagione Perugia e Bologna volano in serie A.
Il biancorosso è nel destino di Cornacchini, che saluta Balanzone ed approda a Vicenza, dove ritrova Massimo Beghetto, il terzino che non corre, vola.
Vicenza, 29 maggio 1997
L’occasione è unica, battere il Napoli, per sollevare la coppa Italia ed entrare nella storia.
Guidolin parla alla squadra, carica i ragazzi, lo 0-1 è ribaltabile.
Si chiama “ Jo Condor”, sa fare gol come pochi, e per lui garantisce un certo Marco Van Basten…
 
E’ entrato nella storia del Milan, in quella del Perugia, dove ha lasciato il cuore, ha contribuito a scrivere una pagina importante nel Bologna, non fallisce a Vicenza.
La coppa Italia è vinta, il Napoli si arrende.
Secondo Miguel de Cervantes, “la storia è madre della verità, depositaria delle azioni, testimone del passato”
La verità di Cornacchini è una sola: pochi attaccanti hanno emozionato come lui. Nel cuore e nella mente dei tifosi ha depositato reti indimenticabili, testimonianze di un passato vincente, da Milano a Perugia, passando per Bologna e Vicenza.
E poi, impossibile dimenticarlo, per lui ha sempre garantito un certo Marco Van Basten… 
Raffaele Garinella-TifoGrifo.com
Scritto da
il 24/04/2018.
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