“Il Grifo in analisi”, considerazioni a bocce ferme sul Perugia, una rivisitazione con tanto di valutazione critica e …clinica.
Scritto da Raffaele Garinella il 29/12/2017Perugia da rifondare, il quarto ko casalingo obbliga a profonde riflessioni. Breda non ha più alibi, non è più tempo di analisi buonista. La lega pro va evitata cercando calciatori da battaglia.
Nulla da salvare in questo capitombolo casalingo, il secondo consecutivo, dopo quello contro il Bari. Ma se contro i galletti il Perugia aveva dato l’impressione di essere in partita, almeno fino al terzo gol, contro i toscani è stato spettatore non pagante per almeno un tempo. La squadra è apparsa poco convinta, poco decisa, poco combattiva. Poca roba, insomma. E l’Empoli, con il minimo sforzo, tirando solo tre volte, è riuscito nell’impresa di realizzare tre reti. I toscani, prima della gara del Curi, avevano totalizzato solo dieci punti in trasferta. Un magro bottino per una squadra di vertice, ma questo Grifo, ha ampiamente dimostrato, anche in altre occasioni, di essere in grado di rianimare i punti deboli delle avversarie. Dopo Foggia e Cesena, ultime fino allo scontro coi grifoni, è stato il turno dell’Empoli, capace, in una partita di realizzare quasi un terzo dei punti totali ottenuti in trasferta. Breda deve assumersi precise responsabilità, perché se sostiene che “non basta essere un buon gruppo perché dobbiamo diventare squadra”, vuol dire che, in tutto il tempo che lui li ha allenati non ha assolto al primo obbligo, quello di amalgamare il gruppo, motivarlo e renderlo vincente. Se afferma che “ci sono calciatori che in alcuni momenti dovrebbero dare di più”, vuol dire che in tutto il tempo che è stato allenatore, non è riuscito a trasmettere quelle caratteristiche di cui la squadra difetta. Allora che mediti il signor Breda, mediti e ponga rimedio ad una fase difensiva che non esiste se non sulla carta, squadra fragile come una parete di cartongesso di fronte ad una carica di dinamite. Il mercato può rappresentare una risorsa e permettere a quei calciatori che a Perugia non si sentono a proprio agio di farsi da parte e migrare verso altri lidi. A Perugia serve forse gente differente, almeno in fatto di mentalità. A parte Di Carmine, Cerri e Buonaiuto, si fatica a trovare altre sufficienze in questo girone di andata. Confidare nel nuovo anno è lecito, ipotizzare il ritorno di una squadra che si distingue per mentalità e attaccamento alla maglia, non è peccato. Se il tifoso non si aggrappa a questo, già dovrebbe vedersi nel baratro. Per essere realisti la lega pro è dietro l’angolo, ma voltare pagina è obbligatorio, lo impone il buonsenso e il rispetto per quel popolo del grifo che non ha mai abbandonato la nave mentre navigava in cattive acque.
Raffaele Garinella-TifoGrifo.com