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Vercelli tra passato e futuro: il Perugia chiede il lasciapassare per gli spareggi promozione su un campo sintetico come quello di Novara, dove ci fu l’ultimo blitz del Grifo.

Scritto da il 28/04/2017

VercelliPerugia

Dici Vercelli, e pensi a Paolo Sollier, ma anche a Provedel e Rolando Bianchi. Al via le quattro finali che decreteranno o meno la partecipazione agli spareggi promozione. Dietro l’angolo per il Perugia c’è l’impegno nello stadio di una squadra, la Pro Vercelli, tra le più antiche e tra le più titolate d’Italia. Ben sette, i campionati vinti dai “bianchi” tra il 1908 ed il 1922. Tra i tanti calciatori che hanno indossato la casacca della Pro Vercelli, anche Silvio Piola, annoverato di fatto, tra i più grandi centravanti della storia del calcio italiano. Ma quando si dice Vercelli, o meglio, Pro Vercelli, la mente vola a Paolo Sollier, giunto da Vercelli a Perugia, nella stagione 1974/75. Di quel Grifo, che sotto la guida Castagner ottenne la prima storica promozione in serie A, Sollier fu un grande protagonista sia in campo che fuori. Definito come “trequartista militante”, Sollier salutava il pubblico di Perugia con il pugno sinistro sollevato, per non dimenticare chi fosse e da dove provenisse. Aderente ad “Avanguardia Operaia”, Sollier ottenne dal presidente del Perugia Franco D’Attoma un abbonamento al “Quotidiano del lavoratori”, ad ogni rete realizzata. Un gioco, una scommessa che per Sollier aveva più di un valore. In occasione di un Lazio-Perugia del 1976, arbitro Menicucci, Sollier dichiarò che sarebbe stato ancor più bello battere la squadra di Mussolini, in risposta ad una dichiarazione esplicita alla vigilia di Wilson, Martini, Chinaglia, tutti schieratissimi con la destra. Nel suo celebre libro “Calci, sputi e colpi di testa”, definirà tutto un malinteso definendo giusta la frase: ” So che nella Lazio tira aria di destra ma quando gioco potrebbe anche essere la squadra di Mussolini e non cambierebbe niente”. Al termine di quella stagione,un po’ per scelta tecnica, ma anche per chiudere un ciclo di polemiche, fu ceduto al Rimini allenato da Helenio Hertera. Se Sollier è il passato remoto, ci sono anche “ex” recenti che da Perugia hanno percorso il cammino inverso di Sollier, ovvero Provedel e Rolando Bianchi. Il primo si sta dimostrando un ottimo portiere, come aveva lasciato intravedere a Perugia specie nella prima parte di stagione, il secondo vanta un curriculum di tutto rispetto ed è rimasto nel cuore dei tifosi del Grifo, ed il fatto che sia in infermeria non dispiace affatto, visto le possibilità di incidere in area di rigore, rigenerato dalla cura Longo, suo ex compagno al Torino di Cairo. L’ex più atteso è sicuramente Mattia Mustacchio, fino a gennaio titolare inamovibile della formazione di Longo. A Vercelli non hanno dimenticato la splendida rete in rovesciata, realizzata proprio contro il Perugia al Curi, che di fatto, ha permesso alla Pro di centrare la salvezza durante lo scorso campionato. A Mustacchio, magari Bucchi chiederà di ripetere la magia, questa volta a maglie e stadi invertiti. Partita difficile e pronostico tutt’ altro che scontato: chi pensa che la Pro Vercelli sia ormai salva, sottovaluta i pericoli di una squadra imbattuta da 12 turni. Delle quattro finali, è forse la più importante e lo dimostra la concentrazione che è stata invocata dai vertici societari. I tre punti significherebbero mantenere alte le quotazioni di disputare gli spareggi promozione, evitando la fuga di Verona e Frosinone. C’è anche una situazione di emergenza da affrontare e valutare, con Volta, Monaco, Nicastro, Di Carmine e Fazzi, sicuri assenti. La vittoria di Novara, su un terreno in erba non naturale autorizza a credere che la squadra abbia superato anche questo gap. E’ solo una coincidenza che le due trasferte sul sintetico sono così ravvicinate? La seconda coincidenza non viene menzionata a puro titolo di scaramanzia.

Raffaele Garinella – TifoGrifo.com

Scritto da
il 28/04/2017.
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