Perugia-Verona 1-1. Grifo rampante, il pari gli sta stretto.
Scritto da Redazione il 25/04/2017Il Grifo è tornato rampante. Il periodo di flessione psico-fisica sembra messo alle spalle. La squadra di Bucchi gioca senza reverenza contro il Verona grandi firme e, specie nel primo tempo, marca una superiorità di ritmi e di iniziativa che incute più di qualche timore ai veneti. Manca solo la precisione nei momenti topici in fase di impostazione, di assist e di conclusione. Ma i grifoni hanno sempre giocato per vincere, fino alla fine, e questo è un buon segno in vista del rush finale, nel quale si dovrà cercare di salvare il quarto posto e, nel contempo, contenere il distacco dalla terza, col Frosinone ora a più otto, pericolosamente vicino alla soglia che annullerebbe i play off. Indisponibili Volta e Di Carmine, Bucchi lancia dall’inizio Mancini e Forte: alla fine positiva la prova di entrambi. Primo tempo intenso, con ritmi a tratti vertiginosi, Perugia autorevole nel cercare spazi tra le linee con Mustacchio e Terrani. La frenesia ha però impedito ai grifoni di essere lucidi nei momenti e nelle fasi decisivi. Il Verona ha retto con mestiere, cercando poi, con le ripartenze e la pericolosità di Pazzini, di rendersi pericoloso. Nella ripresa ci si sarebbe aspettato un calo dei grifoni, che invece hanno continuato a spingere. Di nuovo, i ritmi alti sono andati a scapito della lucidità dei gesti tecnici e quando, su errore di Dezi, Pazzini ha provocato il gol di Valoti, si è fatto buio al Curi. Ci ha pensato però, in sessanta secondi, lo stesso Dezi a riscattare l’errore, andando a incornare in rete un cross dalla sinistra. Il pareggio alla fine lascia qualche rammarico ai grifoni, anche perché sarebbe stato prezioso per tutti gli obiettivi del Perugia. Ma la partita di stasera certifica che il Perugia può giocarsi le sue carte per arrivare ai play off, anche perché il calendario, a parte la gara con lo Spezia, non sembra insormontabile. Però, occorrerà fare quasi il pieno per assicurarsi gli spareggi. E, dopo, tutto sarebbe veramente da scrivere.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia