Tra il palleggio e lo studio: La “Prof.” Marcacci sale in cattedra
Scritto da Redazione il 11/03/2016TRA IL PALLEGGIO E LO STUDIO: LA “PROF.” MARCACCI SALE IN CATTEDRA
“Arrivata tardi in A2 perchè dovevo laurearmi; le giovani? se le
conosci in palestra, sai come prenderle a scuola”
E’ stata il primo, fondamentale, tassello di una (allora) costituenda
School Volley Bastia, ma soprattutto ha un bagaglio di esperienze di
altissimo rilievo: tanta B, ma soprattutto la A2 ad Ancona; quasi sempre
capitano… e la dice lunga. Lucia Marcacci, tra un palleggio e l’altro,
ha deciso in estate di lasciare la “fascia” di capitano a San Giustino,
in B1, per arricchire la formazione di Bastia. Tanti successi sul campo,
ma anche una grande passione per la matematica: e se fuori dallo
spogliatoio è insegnante, anche al suo interno, per tutte, è “la prof.”.
Questione di stile e, soprattutto, questione di numeri.
Sei stata il primo innesto della School Volley Bastia, già a metà
Luglio. Perchè?
Per due motivi, uno oggettivo ed uno soggettivo. Il motivo oggettivo è
che il palleggiatore è quasi sempre una delle prime pedine nella
costruzione di una squadra.Quello soggettivo è che non mi volevo
spostare tanto da casa e, valutando tra le varie società che si erano
fatte avanti, il tandem Mandò-Sperandio ha avuto sicuramente il suo
peso. Dario [Mandò, il Presidente della School Volley, ndg] lo conosco
da tanto ed ho una profonda stima di lui, è una persona iper-corretta ed
oggi è difficile trovarne. Con lui ho parlato tanto, e siamo riusciti a
creare una bella compatibilità nella formazione della rosa.
E ti sei ritrovata, infatti, con un allenatore e delle compagne che già
conoscevi…
In realtà non conoscevo molto bene Sperandio: mi ha allenato solo agli
universitari, non sono mai riuscita a giocare in una sua squadra.
Parlando con lui è nata in me una grande curiosità; d’altronde ho sempre
giocato contro le sue squadre ed ho potuto vederne i frutti!
Per quanto riguarda le compagne, idem, giochiamo insieme o contro da
tanto tempo: siamo il ramo vecchio della squadra [ride].
Una vita tra i numeri la tua, come si concilia con la pallavolo?
In maniera strana: è bello giocare con gente giovane perchè poi la
ritrovi a scuola. Le conosci in palestra e sai come meglio prenderle tra
i banchi, impari a condividere tante cose. Più complesso è il contrario:
in precedenza non amavo dire alle mie alunne che giocavo a pallavolo,
ora invece sto cambiando idea; se vedono che oltre allo studio c’è anche
una persona, che riesce a fare sport, possono convincersi che ciò sia
possibile anche per loro.
E il tuo di numero, il 4, cosa significa?
Non ha particolari significati. Mi è stato affidato la prima volta da
coach Chiappini e ci ho vinto un regionale con l’under 14: siccome ha
portato fortuna, ho continuato con quello.
Scaramantica?
la matematica non prevede scaramanzie, anche se devo ammettere che
Silvia [Tosti] ci ha influenzate tutte: quindi stessa pettinatura,
mollette, lacca… siamo diventate delle maniache sotto questo punto di
vista!
Hai intrapreso una bella carriera che ti ha portato anche in A2…
Diciamo che sono arrivata anche tardi in A2. Avevo avuto questa
possibilità diverse volte, ma l’ho sempre evitata per lo studio. Solo
quando mi mancavano 2 esami alla laurea allora ho deciso che era il
momento giusto.
Rimpianti?
No, perchè sapevo che non me lo sarei potuta permettere (i tanti
allenamenti, un’organizzazione diversa…): certo, avrei preso un’altra
piega pallavolistica… ma non mi sarei laureata.
Troppo tardi per rimanere in serie A?
No, i palleggiatori, si dice, campano di più perchè maturano certe
capacità più tardi negli anni e sono meno propensi ad usure di muscoli,
perciò il periodo era giusto; ho preferito lo studio e, poi, il lavoro.
Il ricordo più bello?
La pallavolo dà gioie e dolori: l’esordio in serie A sicuramente è
stato bellissimo, ma ancora di più il passaggio dalla B2 alla B1 a
Marsciano, a 18 anni!
Quello più brutto?
Ce ne sono tanti anche qui… [ride]. Ci sono annate che vanno male,
dinamiche che non funzionano ci possono stare, tornata da Ancona ero
giovane ed avevo tante richieste, ma nelle Marche non c’era Matematica e
ho scelto di tornare a Perugia: purtroppo è stato un anno molto
deludente, diciamo.
Nello spogliatoio sei “la prof.”, che responsabilità è essere la saggia
del gruppo?
[ride] è una grande responsabilità. Chi sceglie di essere professore,
dev’esserlo sempre e, sopratutto, deve essere bene sé stesso. Sono tutti
bravi a dare regole agli altri, senza però rispettarle.
Saggezza che ti permette anche di convivere con ragazze giovani…
com’è il rapporto?
Dico a tutte di impegnarsi nello studio, di metterlo prima rispetto
alla pallavolo. Certo, all’inizio pensavo di essere l’unica maggiorenne,
mi prendeva male [ride]. Come già hanno detto le altre [Tosti e
Cruciani], la paura che non fossero rispettose e dedite all’impegno
c’era. Per fortuna loro rispecchiano noi da piccole, hanno un grande
entusiasmo, e mettono sempre quel pizzico di allegria. Il rapporto con
loro è eccezionale!
In chi ti rivedi?
Non posso dirlo… trovo qualcosa di me in ognuna.
Cosa significherebbe vincere il campionato?
Sarebbe un traguardo meraviglioso ed inaspettato: nessuno ci ha mai
detto, ad inizio stagione, di lottare per vincerlo. L’obbiettivo era la
salvezza ed il giocare in tranquillità. Sarebbe una grande soddisfazione
personale, e soprattutto farebbe benissimo alle ragazze più giovani, e
ad un ambiente disinnamorato della pallavolo. Sarebbe un traguardo per
tutto!
Come si vince il campionato?
Con l’umiltà e con il lavoro. Mai cullarsi su quello che di buono si è
fatto. Una cosa alla volta…
Le tue compagne non lo hanno detto, ma chi può essere l’arma in più?
La nostra arma in più è il gruppo! Ne abbiamo più delle altre, sia per
il numero, che garantisce un gran ritmo, sia per la coesione: il binomio
giovani-esperte sta funzionando!
Dopo Gubbio, altra partita dura quella con Macerata…
Sono diverse settimane che lo dico: sarà una delle più decisive. Il
problema è che hanno inziato male, ma con qualche acquisto hanno trovato
un assetto diverso ed hanno enumerato una striscia positiva lunga quasi
quanto la nostra. Sarà tosta, non sappiamo bene quello che ci aspetta
rispetto all’andata. Sarà senz’altro una bella partita, tra due squadre
in crescita.
Ed ora… facciamo due conti…
Il numero della Cruciani [3], moltiplicato per quello della Ceccarelli
[13], meno quello della Meniconi [15]. (soluzione: 24)
[in difficoltà] Zero?! [ride]
Riproviamo… il numero della Tosti [10], moltiplicato per quello della
Meniconi [15], meno quello della Ceccarelli [13]. (soluzione: 137)
Mhh… 137?! Sì? Ci ho preso? [ride]
Quante volte…
…ti richiama Sperandio durante gli allenamenti?
poche, per fortuna!
Quante volte…
…richiami tu le altre?
Poco, non mi piace: rispetto molto i ruoli. Non interrompo mai durante
l’allenamento, se c’è stato qualcosa che non mi è piaciuto, lo dico alla
fine. Incito molto!
Quanti…
…punti ci vogliono per vincere il campionato?
Il più possibile! Siamo 4 squadre in lotta e dobbiamo giocarci tutto.
Saranno importanti anche il quoziente set ed il quoziente punti.
Siamo giunti ai consueti saluti finali!
Manda un tweet…
… a coach Sperandio.
Stai guidando alla grande, continua così!
…ad una tua compagna
a tutte le piccole: non scoraggiatevi quando le cose non vengono, o se
non vi sentite all’altezza, perchè il lavoro paga sempre e anche se non
ve ne accorgete… avete fatto passi da gigante!
…ed infine, a Lucia Marcacci!
Gli anni non contano: puoi giocare ancora una vita!