Santopadre gioca d’anticipo e, mentre finge di allentare, rilancia
Scritto da Redazione il 26/01/2016
Massimiliano Santopadre fa finta di allentare, e invece rilancia. Fa parte della sua storia umana e di imprenditore essere legittimamente ambizioso. Un’ambizione che non sconfina nel velleitarismo, resta coi piedi a terra e fa il passo secondo la gamba. Santopadre in cinque anni a Perugia ha vinto molto e ha dimostrato di saperlo fare con oculatezza e intelligenza. In senso assoluto, nella graduatoria delle società della serie b, non ha speso più di tutti, ma non ha speso neppure poco. E, comunque, risultati alla mano, ha speso bene, dimostrando che chi più spende quasi mai meglio spende.
Sa di aver fatto un buon lavoro e giustamente ci tiene a che il popolo biancorosso gli tributi fiducia e calore. Poco più di un mese fa al Natale biancorosso, ai nostri microfoni, sottolineò la sua gratitudine ai tifosi per il la presenza numerosa e festante alla festa del Coordinamento dei Perugia Clubs, ricordando gli applausi dopo la sconfitta casalinga col Novara e la stima che sentiva attorno a sé. Ora, dopo l’inizio disastroso del girone di ritorno, le critiche non tutte benevole, interviene a Umbria TV nelle vesti dell’innamorato tradito. Una vera e propria scenata di gelosia che, come tutte le scenate di gelosia, contiene drammatizzazioni sapientemente alternate a dolcezze, iperboli frammiste a pacatezze, minacce di cambiare e sottintesi di continuare, vittimismi marcatamente sottolineati ed equilibrate analisi delle cose, velati ricatti e ancor più velate promesse.
Tutto in mezz’ora. Per dire che, novello Menenio Agrippa, se società e città non remano dalla stessa parte, la barca affonda. Cosa includa il concetto di città, Santopadre non lo ha precisato. Forse voleva dire più o meno tutte le componenti della città: i tifosi, la stampa, i social, le istituzioni… O, forse, prioritariamente, alcune di queste. Per la stampa, ci arroghiamo modestamente il diritto di precisare che il ruolo dei giornalisti non è quello di remare contro o a favore, ma quello di raccontare i fatti e dare interpretazioni, possibilmente (deontologicamente) con onestà intellettuale. È quello, mi pare di poter dire, che gran parte di noi fa, senza secondi fini. E se anche ci fosse qualcuno che, invece, non è in buona fede (pro o contro che sia) il Presidente ambizioso di una società che rappresenta una piazza ambiziosa, non dovrebbe, a nostro avviso, curarsene più di tanto, perché il fenomeno, entro certi limiti, è “fisiologico”, a tutte le latitudini e davvero non sposta granché. E se poi volessimo applicare il ragionamento anche a tutte le altre componenti cittadine, il concetto rimarrebbe lo stesso: a correr dietro alle osservazioni pretestuose, si rischia solo di apparire permalosi, che non è cosa che si addice a chi mira alto, guarda lontano e ha cose importanti da fare per riportare il Perugia ai massimi vertici del calcio.
Il presidente è persona acuta, intuitiva e mediaticamente avvertita. Ha una sua concezione dei rapporti con la stampa e dello spazio (centellinato e unilateralmente da lui deciso) che alla stessa deve essere concesso: ma questo è un altro discorso, che pure un giorno qualcuno dovrà fare. In ogni caso, Mr. Frankie Garage sa comunicare sapientemente. Nell’uscita televisiva, ha tenuto banco promettendo un basso profilo, come l’amante dice all’amato traditore che d’ora in poi la sua dedizione non sarà più totale e incondizionata. Ma ha, nel contempo, richiamato la propria indole, il proprio modo incomprimibile di essere: ambizioso, appunto, e perciò non riducibile ad un atteggiamento mediocre, cioè ad un atteggiamento da sola salvezza. Massimiliano Santopadre ha voluto lanciare un messaggio urbi et orbi, ” o con me o contro di me”, ben sapendo, da uomo di mondo e da conoscitore del pianeta calcio, che le cose del pallone, come quelle della vita, non sono riducibili a schemi così rigidi, e che esistono le vie di mezzo e le sfumature, tra le quali spesso si nasconde o si manifesta la verità. Sa bene, il Presidente, che molti di quelli che oggi criticano argomentando sulla preparazione o sulla rosa o sugli infortuni muscolari, sono gli stessi che un mese fa, dopo una serie di successi, esaltavano le magnifiche sorti che attendevano il Grifo nel girone di ritorno. Umori altalenanti da calciofili, mutevoli come il tempo a marzo. Da non prendere così sul serio -il Nostro ne è massimamente consapevole- tantomeno per trarne spunto per fare scelte di fondo e drastici cambiamenti di strategie.
Santopadre, Goretti e Bisoli si sono ovviamente già confrontati e hanno convenuto che, al netto di carenze d’organico, di errori tecnici e di approcci mentali da correggere, la situazione non è da psicodramma. Recuperando almeno alcuni degli infortunati, rientrando gli squalificati, facendo qualche innesto nello scorcio di mercato (il Perugia non resterà con le mani in mano) e recuperando la condizione fisica in vista del rush finale di campionato, la situazione potrà volgere di nuovo verso la normalità. E il Perugia potrà tornare a giocarsela forse per i play off. E, male che vada, l’anno prossimo non dovrà ripartire da zero, potrà proseguire nel progetto e consolidarne le basi e le prospettive. Di queste prospettive si parlava fino al 15 gennaio ultimo scorso. Poi, è vero, sono arrivate tre sconfitte rovinose, che sembrano aver rimesso in discussione certezze mentali e tecniche che si davano per consolidate. L’allarme non va certamente sottovalutato, ma è proprio il caso di lasciare il campo all’isteria rifiutandosi di valutare con lucidità tutti i fattori negativi, ma anche quelli positivi? No, a nostro avviso. E neppure ad avviso dì Santopadre, crediamo. Il quale ha scelto di giocare d’anticipo: prima che la piazza faccia montare troppo la panna dei mormorii e la butti in tragedia, ha pensato lui a drammatizzare. La scenata di gelosia gli è servita a riprendere in mano il pallino del gioco, a dettare lui i temi di discussione. E mentre il popolo perugino parlerà di lui, si domanderà cosa volesse dire davvero o per finta quando ha annunciato la politica dei “50 punti e basta”, lui potrà fare gli ultimi innesti di mercato, con ciò ridando fiato alle aspettative. Il resto, si spera, lo faranno i medici, rimettendo in piedi gli acciaccati; e Bisoli, rimettendo ordine e forza mentale nella truppa.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia