Approfondimento tecnico a cura di Michele Antognoni
Scritto da Redazione il 20/04/2015 
Non è stata purtroppo la bella storia, quella che avevamo sognato e sperato di raccontare dopo questa partita. Che c’entra: un po girano. Perchè tra Perugia e Ternana come cifra tecnica c’e’ 3-0. Ma non è un punto da disprezzare. In questo campionato molto equilibrato, a poche giornate dalla fine, i punti pesano e si fatica tantissimo a farli. E ne riparliamo con Tesser dopo Catania Ternana di venerdì prossimo con quella che sarà la nuova classifica, visto che storceva la bocca per il punto che ha guadagnato nel derby: accendesse piuttosto un cero a San Valentino per la grazia ricevuta e quelle da ricevere per evitare i play out. Ma la classifica non la fa la cifra tecnica, questa è la verità che insegna questa stagione. Altrimenti Catania, Livorno e Bologna già sarebbero in A col Bari a ridosso. La classifica, la alta classifica, sinora l’hanno fatta la corsa ( anche doppia rispetto agli avversari), la solidità difensiva e la velocità nel posizionarsi compatti piu vicino possibile a dove viene giocato il pallone, sia in fase difensiva, sia in fase offensiva. Sarà bene tenerlo a mente.
E se non è stata la bella storia è perché essenzialmente il Grifo non ha cambiato marcia, non ha innestato il turbo.
1) Camplone non ha avuto paura. Complimenti. Voleva vincere e si è presentato con l’artiglieria pesante. Fabinho quinto di centrocampo ed i due arieti davanti stretti stretti per sfruttare piu cross possibili dalle fasce dei due esterni, quando si doveva attaccare dalle fasce, oppure molto larghi per favorire gli inserimenti centrali. Il problema, almeno nel primo tempo è stato anche che i due esterni in fase offensiva non sono pervenuti. Anche. Perchè il problema principale si è avuto in mezzo al campo. Dove Fossati ha stentato ad ingranare e dove Verre si è sfiancato nel tentativo non sempre riuscito di contenere l’ottimo Gavazzi, che già all’andata avevamo segnalato come un buon giocatore. Se a ciò si aggiunge che almeno sino al minuto 25 Giacomazzi ha sbagliato due volte i tempi e la zona di uscita in chiusura (che cavolo ci andava a fare a sinistra a chiudere su Ceravolo, lasciando Mantovani in bilico tra lo scalare al centro ed il raddoppio su Gavazzi?) e la Ternana che pressava alto e verticalizzava sempre sulla sua destra crendo superiorità numerica nella zona dove Verre e Fabinho avevano più difficoltà a ripiegare, ecco spiegato come mai il Grifo non abbia innestato il turbo. Tranne che in un’unica occasione, nella quale con quattro passaggi di prima di cui tre in verticale (Giacomazzi-Fossati- Verre) Falcinelli ha fatto la sponda a Nielsen che da posizione centrale, anziché mitragliare Brignoli con un bolide che sarebbe dovuto arrivare ( in caso di errore) direttamente alla Cascata delle Marmore, lo ha invece accarezzato con un piattino così delicato da somigliare ad un consomme’ post operatorio di una clinica danese. Al tirar delle somme: Perugia sotto tono e Ternana giustamente orgogliosa di non avere fatto praticamente niente, traversa di Gavazzi a parte, ma di avere salvato la pelle più per scarsa vena del Grifo che per meriti propri. Volendola dire proprio tutta: avendo visto l’andazzo, dopo il primo quarto d’ora personalmente avrei invertito le posizioni tra Verre e Nielsen. Col risultato che Gavazzi avrebbe avuto un dirimpettaio con la stessa gamba e molta meno libertà di incursione e di là Verre
più libero di concentrarsi sulla fase offensiva, avendo come diretto interlocutore Palumbo, ottima mezzala classe 96, pulito nel piede ma ancora un po acerbotto, come lo avrebbe battezzato il profeta Galeone. Chissà se Palumbo ce l’avrebbe fatta a contenere Verre ed insieme a Vitale a contenere la catena di destra nostra completata da Faraoni. Nota a margine. C’è stato un gesto di Matteo Ardemagni che merita di essere sottolineato, talmente alto il suo valore educativo. A fronte della provocazione da bulletto stile Soddimo subita dopo appena 1 minuto da un ragazzino che proprio perché era sotto la sua degna curva (che infatti gli ha infuso il coraggio di cui abbisognava) ha pensato bene di infiammare gli animi gia’ belli caldi di loro, soprattutto appena dopo che i bambini avevano terminato il loro bellissimo pre-derby, il nostro -per tutta risposta – anziché rivolgergli qualche insulto o uno sganassone, ossia con modi che sicuramente avrebbe compeso, gli ha guardato il retro della maglietta per vedere come si chiamasse. Avrà capito il sig. Biagio Meccariello?
2) Superati i timori eccessivi e passata l’ansia da prestazione del primo tempo, assestate le posizioni ( con Giacomazzi e Fossati finalmente sugli scudi e sulle proprie posizioni, ma con Verre che purtroppo non ha inciso e con Fabinho non pervenuto), con la Ternana rintanata dentro la propria metà campo, che lasciava praterie in fase di impostazione perchè già bella che cotta a puntino, il Grifo pur senza strafare ha prodotto tre-quattro chiare occasioni da gol che solo per sfortuna ( e senza quel pizzico di cattiveria in più che non avrebbe guastato) non si sono tramutate in gol. In definitiva, cosa ha detto il derby? Che Bojnov avrebbe fatto meglio a ripassare il fondamentale dello stop a seguire, anziché passare dal barbiere: avrebbe evitato di inciampare sul pallone e sulla soglia minima del buon gusto. Ha confermato il derby che siamo una squadra solida anzitutto, che ha trovato in Mantovani ( il migliore nel derby) un interprete che al pari di Koprivec ed il miglior Goldaniga, il Giacomazzi del secondo tempo ed il Comotto che mancava ( per non tacere di Hegazy e Amelia al momento ai margini) fa stare tranquilli contro qualsiasi attacco. E non è poco. Che a centrocampo se non girano Fossati e Verre ( ma è anche naturale dopo 36 partite non essere al top) il turbo non si accende, soprattutto se dalle fasce non ci sono le accelerazioni che consentano di avere la superiorità numerica ed una vasta gamma di giocate in più a disposizione. Posto che nell’attesa del rientro di Rizzo l’unico posto se lo ruotano Nielsen (apparso un pò appannato dopo due ottime prestazioni) e Nicco (che ha dato segnali importanti di risveglio e c’è mancato un soffio non diventasse anche uomo derby) è una bestemmia pensare di riproporre anche part-time un certo Rodrigo Taddei o la corsa e la gamba di Fazzi? Attacco. Ardemagni e Falcinelli si può fare, a patto che, come a Chiavari dove entrambi non a caso hanno segnato, arrivino rifornimenti continui soprattutto con cross dal fondo da parte dei due esterni. Cross dal fondo. Cross dal fondo. Cross dal fondo. Chiaro? Lo ripetiamo, non si sa mai. Cross dal fondo!! Se così non è meglio affiancare ad Ardemagni una seconda punta che gli apra gli spazi (Lanzafame in casa e Fabinho in trasferta, stile Stellone che sovente presenta due formazioni molto diverse tra loro al Matusa e in trasferta) per un’azione che si sviluppa palla a terra dal centro, con Parigini che torni a spaccare le partite nell’ultima mezzora, come quasi sempre ha fatto in quell’altro campionato che è stato il girone d’andata.
3) il campionato. Non è affatto un paradosso affermare che dopo la bellezza di 36 partite il campionato nel finale di stagione deve ancora quasi tutte le sue risposte. Come nelle migliori serie televisive. Primo posto ed ultimo a parte. È terribilmente faticoso per tutti fare punti e dare continuità alle vittorie. Per questo motivo al Perugia ancora non è affatto precluso l’obbiettivo del secondo posto. Ma proprio per niente. Il Bologna, che ha il limite di avere grandi giocatori ma di non essere una squadra, quasi sgrugna in casa con lo Spezia, il Vicenza delle meraviglie era bloccato al Tombolato fino all’ultimo secondo, il Frosinone a Livorno ha stentato parecchio, ha rischiato di perdere come di vincere. Il Grifo davvero se la può giocare con tutte da qui alla fine ed imporre la propria legge. Una partita alla volta, saranno tutte avvincenti, molto complicate soprattutto per le avversarie.
Sabato arriva il Livorno grandi firme, privo di Siligardi vittima di un infortunio serio al ginocchio. E sarà opportuno riposare i grifoni più possibile e ripartire. Questa è un’altra risposta che ha dato il campionato sin qui: resettare e ripartire. Al massimo della lucidità e della forza fisica. Chi ne ha la forza va molto lontano, soprattutto da qui in avanti. Riposare, resettare, smaltire le scorie post derby e rendere onore a quello che sarà una grande spettacolo in una grande cornice di pubblico.
E tributare l’onore che merita ad uno dei nostri figli / fratelli prediletti che torna da avversario a casa sua : Marco Moscati.
Il Livorno verrà per vincere, con tutte le contraddizioni che si porta appresso da inizio stagione di grande incompiuta. Anche nel modulo dimostra la sua incompiutezza alternando il 4-3-3 al 3-5-2 con interpreti non sempre adatti alle due soluzioni, ma con davanti Galabinov e Belinghieri assai temibili.
Di certo il Perugia non vorrà rinunciare a vincere e vincere è alla sua portata.
Ci divertiremo, nessun dubbio.
Michele Antognoni – TifoGrifo.com