Approfondimento tecnico a cura di Michele Antognoni
Scritto da Redazione il 15/04/2015Bella storia. Per davvero. Le indicazioni che sono provenute dal Monday Night sono state tutte estremamente significative.
1) il Perugia ha vinto e convinto. Non era affatto scontato ed in sede di presentazione Camplone aveva bene messo in guardia dalle insidie nascoste e palesi di questa sfida. Avversario che non aveva nulla perdere a differenza nostra che molto avevamo da perdere: ed infatti si è visto all’inizio. I nostri hanno impiegato 44 minuti per ingranare il turbo come solo il Carpi, il Vicenza a tratti e loro sanno fare in questo campionato, quasi fossero attanagliati da una sorta di ansia da prestazione che portava a non velocizzare la giocata e ad usare solo il consueto, il facile ed il conosciuto (FARAONI) per trasformare l’azione da difensiva in offensiva a dispetto della novità (FABINHO) rivelatasi arma micidiale sia in occasione dell’azione che ha propiziato il calcio d’angolo dal quale GOLDANIGA ha “sturato” ogni ingorgo (più mentale che altro) ed ha sciolto le trecce ai cavalli come amava cantare Umberto BALSAMO, sia nella seconda frazione di gioco. Converrà lavorarci su quest’ansia da prestazione. L’obiettivo è di quelli grossi, d’accordo, le pressioni sono tante, giustissimo, ma questa squadra deve solo pensare a giocare come sa. Punto e basta. Senza calcoli e senza pensieri aggiunti. Tabelle e via discorrendo.
2) A mente sgombra il Perugia ha dato una dimostrazione di forza impressionante. Non sminuirei affatto la prestazione con la considerazione che l’avversario fosse modesto e malmesso: a prescindere dal fatto – ampiamente anticipato da Camplone -che il Varese si sapeva mettere bene dietro la linea della palla, non è mai facile per nessuno e contro nessuno giocare bene e vincere. Parma-Juve di sabato scorso lo insegna. Il Grifo invece ha giocato alla grande almeno nel secondo tempo nascondendo la palla all’avversario che non ne poteva più di girare a vuoto, ha affondato a proprio piacimento in ogni zona del campo e con ogni tipo di soluzione (centrale, laterale da destra, da sinistra, su calcio piazzato) non rischiando nulla, nemmeno su calcio piazzato dove il Varese aveva armi importanti (BORGHESE, ROSSI e ZECCHIN) da far valere. Unico neo. La palla gol lasciata in contropiede a Forte dopo un quarto d’ora per una distrazione. Ci può stare.
3) Converrà ascoltarlo con attenzione Camplone quando parla. Perchè oltre ad essere un grande intenditore di calcio ha il polso del proprio gruppo ogni giorno. E converrà che anzitutto si ascolti lui stesso quando ha detto che la preoccupazione maggiore da qui alla fine si chiama caldo. D’accordo che quando fa caldo scialano tutti, anche gli avversari. Ma se trovi avversari freschi atleticamente ti mettono sotto anche se sono tecnicamente piu scarsi, c’è poco da fare. Attenzione quindi, perchè vorrei tanto sbagliarmi ma non mi sembra che siamo brillantissimi. Camplone, al di là della pretattica che regolarmente sfoggia ad ogni conferenza stampa pre-gara anche per tenere sulle spine il gruppo, si sa’: i cambiamenti non li ama granché. Ampiamente logico e prevedibile che avrebbe riproposto le certezze di Chiavari con l’aggiunta di Fabinho e così è stato. Con Nielsen in mezzo e Falcinelli danti la squadra è piu logic.
Ma lui per primo dovrà mettere adeguatamente in conto il fattore caldo. Per una squadra come la sua che pressa molto alta e che ha un gioco avvolgente e molto dispendioso la condizione fisica è ancora piu importante di chi gioca invece in maniera speculare all’avversario puntando sugli errori altrui o sulla giocata da fermo. Gente fresca ad ogni costo ed in ogni reparto, quindi. Senza paura, come non ne ha mai avuta sino ad ora. Alternative non gli mancano di sicuro. E di sicuro nessuno gli gridera’.
4) Il derby. Niente alibi: caldo, partita assai sentita giocata fuori casa ecc. Anche qui ha ragione Camplone. Bisognerà usare la testa per vincerla. Anzitutto non bisognerà farsi uccellare come all’andata: di certo se mai dovessimo ritrovarci in vantaggio ad un quarto d’ora dal termine e Tesser come all’andata dovesse passare dal 3-5-2 al 4-3-1-2 con una punta schierata mezzala, che non commettesse l’errore di allora di non appiccicare un uomo fisso in marcatura sul trequartista sacrificando un po il bel gioco e snaturando almeno per un quarto d’ora all’anno la propria filosofia. Non è mica vergogna se poi si vince. In secondo luogo dovremo ripeter la partita di Avellino. La Ternana è assai abile nel non lasciare spazio in profondità all’avversario e lanciare nello spazio Ceravolo o cercare la giocata di Avenatti. Per caratteristiche somiglia molto all’Avellino: l’ideale sarebbe ripetere quel tipo di partita. Prendere subito in mano il pallino, facendo molta attenzione a non lasciare spazi per le ripartenze, stancarli per un’oretta abbondante e poi immettere forze fresche per stenderli. Sugli interpreti faccia lui. La tattica appena descritta potrebbe venire bene con Fabinho, Lanzafame e Parigini che subentrano, ma anche con Falcinelli, proprio come ad Avellino. D’accordo che a Diego potrebbe rompere e non poco partire dalla panchina nel suo derby, ma se fosse decisivo come ad Avellino partendo da bordo campo credo proprio che tutti (lui in testa) ci farebbero la firma.
Occhio alle provocazioni e a non perdere la testa: a ‘Derni’ lo sanno bene di essere piu scarsi e non vorranno perdere per nessuna ragione al mondo. Quando poi la ‘Dernana’ parte sfavorita sentendosi piu debole ecco che tira fuori una prestazione super. Vedi Bari, vedi Bologna, vedi soprattutto La Spezia sabato scorso dove ha vinto in carrozza rischiando nulla praticamente contro una signora squadra.
Bella storia. Si avvicina il derby con noi a -4 dal secondo posto a sette giornate dalla fine. Bella storia. Vorrei tanto poterlo scrivere anche dopo sabato. Non so che darei, come cantava Alan Sorrenti.
Michele Antognoni-TifoGrifo.com