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Approfondimento tecnico a cura di Michele Antognoni

Scritto da il 04/04/2015

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La speranza è che in tanti abbiano brindato, al triplice fischio del Sig. Abisso di Palermo (magari sempre un arbitro del genere: se non altro porta bene. Il 4 maggio dell’anno scorso c’era lui) . E la speranza è che questi tanti lo abbiano fatto con lo spirito di Giovanni Galeone, il nostro indimenticato ed indimenticabile Profeta: ‘quando ho potuto ho brindato a champagne. Altrimenti sono sempre andati bene pure il prosecco o la spuma Cirutti’. Come a dire: quando c’è un evento da festeggiare in alto i calici e che bollicine siano, a prescindere dal loro pregio. Personalmente, coi miei commensali riuniti (come immagino tutti i perugini perbene) per cena e Grifo, ho optato per una signora bollicina: il Ferrari.  Anche in questo caso  un nome che evoca il turbo messo dal Grifo nella notte in riviera. Ed alla fine del brindisi c’è stato pure chi ha proposto il carosello con le auto in centro,  prontamente stoppato da mani opportune sotto il tavolo. Puo bastare un brindisi ben augurante. Per il momento. Il Perugia ha calato la maschera. E lo ha fatto nella più convincente delle maniere, rispondendo ‘Presente!’ all’appello lanciato in settimana dal Presidente. Che senza mezzi termini o giri di parole ha chiarito che l’obiettivo di stagione è cambiato. Serie A. Le sue parole hanno avuto sui nostri, mosci alquanto nel post Crotone, l’effetto di una flebo di Gerovital,  il farmaco inventato negli anni 50 da una dottoressa del regime di Ceaucescu, composto ancora oggi non si sa bene da cosa (ed anche per questo vietato) che prometteva di ringiovanire e qualche volta pare che sia riuscito, molto più realisticamente, a ringalluzzire chi lo prendeva. Ma tant’è: il Gerovital funzionava solo a nominarlo, almeno sino a quando la US Food and Drug Administration non lo ha bandito dal mercato.

L’effetto Gerovital c’è stato, eccome. Della squadra spenta, stanca e con poche idee ( e tutte confuse) vista contro il Crotone non c’era più traccia. Il Perugia di Chiavari, confrontato con quello di domenica, fa venire in mente la similitudine tra l’ultima Ferrari targata Montezemolo e questa prima targata Marchionne. La prima aveva il passo della lumaca, come di chi mangia poco e male e digerisce peggio. Questa ultima pare invece avere il sacro fuoco dentro. Quello della fame.
Il Perugia di Chiavari quel sacro fuoco dentro di chi ha un obiettivo importante da raggiungere ha dimostrato di averlo per novantacinque minuti. E ha vinto la partita dimostrando di essere una macchina da guerra.  Ma soprattutto squadra vera, completa in ogni reparto con più alternative di qualità per ogni ruolo. Impressionante,  per davvero, la composizione della panchina: Amelia, Hegazy, Giacomazzi, Taddei, Fabinho, Lanzafame. Roba che farebbe pensare d’istinto ad una insolazione presa fuori stagione dall’allenatore che rinuncia a tanto ben di Dio. Ed invece questo Signor Allenatore ha avuto ancora una volta ragione. E più che nella scelta, perfetta, degli interpreti perchè -complice e coprotagonista il Presidente- ha saputo imprimere alla squadra un marchio di voglia di vincere ad ogni costo che è durato tutta la partita. Con chi è subentrato che smaniava dalla voglia di contribuire in prima persona. Emblematico il primo intervento di Giacomazzi, costatogli il giallo, che ha messo in campo tutta la rabbia che aveva in corpo contro se stesso e contro chi, come il sottoscritto, lo aveva sbertucciato dopo il cappellone di Frosinone. Acqua passata.  Il campo ha detto che ha funzionato tutto alla perfezione. Fase difensiva, giro palla e ricerca della profondità,  equilibrio, attacchi alla porta avversaria portati con uomini e soluzioni sempre diverse e sempre efficaci. Una costante però c’è stata almeno nelle due reti segnate: la firma di Marco Davide Faraoni. Questo calciatore si sta esprimendo a livelli talmente elevati che non è blasfemo suggerire al CT Conte, che continua a convocare Abate o Maggio o che adatta Florenzi o Candreva per penuria di interpreti nel ruolo, di tenere sotto controllo questo ragazzo del 1991 in prestito dall’Udinese e dal curriculum di tutto rispetto. Il campo ha anche detto che Ardemagni – Falcinelli si può fare alla grande a patto che entrambi continuino a sacrificarsi e a correre come a Chiavari. Ed il campo ha altresi,  finalmente detto che possiamo contare su un altro signor centrocampista,  Nielsen, le cui prime apparizioni avevano fatto ironizzare sul suo conto piu di qualcuno, come chi scrive. Ben felice di ricredersi: a parlare deve essere sempre e solo il campo. Che ha detto di un Nielsen che con la felicissima e felpata apertura su Faraoni nel gol dell’1-0 ha messo in soffitta l’appellativo TROGOLO che gli era stato giustamente affibbiato dopo la partita con la Pro Vercelli. Il campo ha ribadito la crescita di Goldaniga, di un Mantovani che sta tornando su livelli adeguati alla propria caratura ed un Crescenzi non più brillantissimo come ad inizio stagione. Ribadiamo che nelle partite casalinghe, contro avversari che non hanno esterni d’attacco forti come Stojan e Ciano del Crotone, stante anche l’esigenza di far rifiatare il biondo laterale che ha tirato la carretta come nessun altro, preferiremmo la soluzione Fabinho quinto a centrocampo.
Godiamoci la Santa Pasqua nella certezza che tanto l’agnello, quanto la gita fuori porta di pasquetta non andranno di traverso. E ricarichiamo le pile in vista di un finale di stagione da far tremare le vene ai polsi con queste premesse: occhiata alla classifica e al calendario, please.
Se ne riparlerà lunedì 13 quando al Curi non scenderà l’ultima in classifica, staccata di 11 punti dalla zona play-out, che comunque all’andata al 92′ con tale Miracoli puni’ la nostra presunzione. Miracoli, come Carneade di manzoniana memoria, chi era costui? È quello che ci ha fatto piangere a Varese quando ridevamo di brutto perchè Vittorio Parigini,  che detto per inciso vorremmo rivedere al più presto,  la partita l’aveva spaccata.
Consiglio alla società. Alla ripresa degli allenamenti inondare gli smartphone dei calciatori la sera prima che la fatina gli dia il bacino della buonanotte con la foto di Miracoli. Perchè quando prendono sonno gli si stampi bene nella mente che il Varese verrà al Curi avendo a disposizione solo la vittoria per sperare nei Miracoli veri.
Perugia-Varese non sarà una passeggiata e se Sky ha deciso di puntare su questa partita per il suo Monday Night lo ha fatto perché ha ben chiaro quello che sarà per entrambe le squadre.
La Madre di tutte le battaglie.
Buona Pasqua.
Michele Antognoni – TifoGrifo.com
Scritto da
il 04/04/2015.
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