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Approfondimento tecnico a cura di Michele Antognoni

Scritto da il 16/03/2015

Approfondimento_antognoni

Alzi la mano chi ci ha capito qualcosa sul momento, nel vedere Camplone al 25′ del secondo tempo,  col Grifo che aveva messo nell’abbattitore ( neanche in ghiaccio)  la partita e la modesta Pro Vercelli, dimenarsi come una donna salentina morsa dalla tarantola ( di qui il famoso ballo: la pizzica). E urlare insulti all’indirizzo di Fossati e dei propri difensori, rei di essere stati troppo leggeri in disimpegno, manco fosse stato Pasquale Bruno contro l’arbitro Ceccarini in un famoso Toro-Juve (che costò a ‘O Animale’ la squalifica di otto giornate, un posto eterno nel cuore dei tifosi granata e l’indimenticabile commento ‘Guardalo ‘ome scalcia il puledro’ rivoltogli dall’inimitabile Franco Zeffirelli appena vide le immagini televisive dell’accaduto).

Qui simili premesse per capire come mai Camplone fosse così incazzato non c’erano: tutto è stato non chiaro, ma lapalissiano appena un quarto d’ora dopo, quando il nostro Mattia Sprocati (liquidato in fretta nelle purghe staliniane di giugno) ha infilato nell’unica palla a disposizione dei cinque minuti concessigli il gol del 3-2. Unico caso in cui quando un avversario segna al Grifo un gol rivelatosi poi innocuo siamo perfino contenti: caro Mattia, noi tifosi non ci dimenticheremo MAI che col gol ad Ascoli all’ultimo secondo ci hai imbarcato sul traghetto per la B e al tuo attuale allenatore che continua a preferirti ancora un ectoplasma quale Luppi consigliamo di andarsi a vedere la videoteca coi tuoi numeri ( quelli ad esempio con cui hai asfaltato Salernitana e Lecce) e quella dei 7 Cervelli col loro capolavoro, forse qualche spunto utile lo saprà trarre per sperare di salvarsi. Sprocati merita un approfondimento.  Se la sua mancata conferma è dipesa da motivi economici alziamo le mani: massimo, anzi infinito rispetto per i soldi del Presidente. Di quel Presidente a cui tutti i perugini devono erigere un monumento. Ma se la questione è stata solo tecnica, allora non bisogna vergognarsi di dire (e di accettare una critica bonaria, onesta e serena) che si sia trattato di un errore colossale. Il ragazzo ha 21 anni, è punta esterna perfetta anche in serie B per il 4-3-3 dati i margini di miglioramento connessi all’età,  può fare benissimo anche il quinto di centrocampo (vedi finale di ritorno di coppa italia contro la Virtus Entella) o volendo -avendo gamba importante, potenza e tempi di inserimento pur mancandogli doti di palleggio sopraffine -anche la mezzala destra. Infatti, un calciatore con le caratteristiche di Sprocati in rosa è stato preso e sta facendo pure bene: Fazzi. Non era forse il caso di tenersi Mattia che già si era ambientato ed aveva contribuito in maniera determinante alla promozione?
Torniamo ‘a bomba’.
A Camplone era invece apparso immediatamente chiaro che la sua creatura, sul 3-0 e con venti minuti da giocare, anziché far girare la palla con giocate semplici e arrotondare ancora di più il riusltato, si stesse macchiando del più capitale tra i peccati possibili per una squadra di calcio: dare all’avversario la sensazione che può rientrare in partita, che paradossalmente è anche peggio che farcelo rientrare in partita. Perchè se escludi in radice la prima cosa, della seconda nemmeno  si ragiona. Orbene, se dovesse ripetersi una cosa simile è naturale che dovremmo attrezzarci dagli spalti con l’adrenalina a portata di mano da qui a fine stagione ed offrire così almeno un valido pretesto al nuovo speaker del Curi per richiamare le ambulanze, anziché continuare a rompere i marroni agli spettatori con le interruzioni per le macchine in doppia fila da spostare. Curiosità: ma perché il Presidente Santopadre non lo dota del numero di telefono  del solertissimo carro attrezzi della Polizia Municipale?
Capitan Comotto, il giocatore calcisticamente di gran lunga più intelligente degli altri in rosa (cosa che già abbiamo avuto modo di scrivere), al termine della gara ha dichiarato che della partita contro la Pro Vercelli salva solo il risultato e poco altro.
Attesa l’autorevolezza della fonte da cui provengono, queste dichiarazioni meritano approfondimento premettendo già che l’analisi del Capitano ci trova solo in parte d’accordo.
È indiscutibilmente vero che l’obiettivo dichiarato non è la salvezza, ma sono i play off.Ed allora le parole di Comotto hanno un grosso senso ed un grosso peso. Oltre ad avere una obiettiva ragione. Al cospetto di  avversarie di organico superiore (Bologna, Livorno) che non mollano di un millimetro (Frosinone, Lanciano, Avellino e Spezia) e che addirittura stupiscono (Carpi soprattutto e Vicenza, oltre al Pescara) parlare di play off dopo una prestazione quale quella dell’ultimo quarto d’ora significa prendere in giro la gente.
Il Perugia tutte queste squadre le ha già affrontate ed è stata sovrastata solo dal Lanciano all’andata e dal Carpi. Le altre o le ha dominate o se l’è giocata alla pari, lasciando sul terreno una caterva di punti. E questo fondamentalmente perchè non ha avuto la capacità di chiuderle le partite, o di affrontarle col piglio giusto. Grossi limiti caratteriali, non dovuti a carenze tecniche dunque. E le carenze tecniche che nel girone di andata si erano evidenziate, sono state tutte colmate a gennaio.
Ma la gara contro la Pro Vercelli ha detto però dell’altro. E di questo Comotto e noi tutti dobbiamo prendere atto.
Ha ribadito anzitutto una verità scontata: giocando col 3-5-2 fondamentale è l’apporto degli esterni. E Faraoni e Fabinho sono stati devastanti. Soluzione questa di Fabinho quinto a sinistra da ripetere senz’altro nelle partite casalinghe. Meglio Crescenzi in trasferta, dove l’esigenza di copertura supera quella di spingere.
Ha detto altresi’ che i nostri centrocampisti di ieri avrebbero bisogno di ricaricare le pile. Tutti e tre. Il grosso limite evidenziato nel primo tempo è stato che dopo i primi 15 minuti nessuno si muoveva più senza palla, col risultato che da dietro Hegazy in particolare cominciava a randellare palle alte a ripetizione.  Fossati è tornato il sopraffino direttore d’orchestra che è solamente dopo il rigore trasformato: potenza taumaturgica del gol ( ci spiegherà un giorno la sua esultanza con le dita a elle sulla fronte). Verre decisamente sotto tono e Nicco che fatica a ritrovare il passo degli anni scorsi, anche perchè la sua giocata migliore ( inserimento palla al piede per chiudere lo scambio con la punta) non gliela si vede fare quasi più.  Ed al cospetto di avversari di giornata poco più che scolarizzati nelle doti di palleggio, il risultato è stato assai modesto: per metà abbondante del primo tempo ( la seconda) siamo andati in difficoltà. Occorrono ricambi in mezzo al campo, quindi già da sabato prossimo ad Avellino.  Scontato l’impiego di Taddei, stante la squalifica di Fossati  con Rodrigo apparso bello voglioso nei pochi minuti impiegati e con un  Rizzo (ahimè) ancora ai box e a lungo sarà una settimana di pensieri per Camplone: a chi ragionevomente affidarsi? A Fazzi ancora non al meglio? Ancora agli stanchi Verre e Nicco? O a Nielsen, mirabilmente ribattezzato dalla tribuna da Gianluca Rossini ‘TROGOLO’, ad evocare la forma rettangolare dei piedi del nostro dopo che il lancio che nelle sue intenzioni era destinato a sinistra verso Fabinho, si è perso invece a destra dalla parte del guardalinee tra le contumelie generali! Citazione doverosa questa per Rossini, che con un simile appellativo di rara bellezza ed efficacia affibbiato al danese rischia seriamente di far parlare di sé ancor più della Torta di Pasqua o della Ciaramicola che mirabilmente sforna.
Con l’ingaggio di Nielsen, dopo queste prime apparizioni del danese, cominciamo a convincerci seriamente che la società abbia voluto proseguire nell’operazione ‘ Adottiamo un centrocampista per Camplone’ inaugurata l’anno passato con Imperio Carcione.
Ma la partita ha infine detto che se hai in campo due giocatori del calibro di Ardemagni e Lanzafame, nessuna notte è infinita come cantava Renato Zero.
Matteo, dopo un primo tempo passato a rompere il fiato e a rompersi qualcos’ altro per palle che non gli arrivavano quasi mai in generale e mai come voleva lui ha tirato fuori dal cilindro un colpo da campione con C maiuscola: sinistro al volo in controtempo su angolo ad uscire e palla nell’angolo lontano. Non un gol. Una magia, con una difficoltà di esecuzione e di precisione balistica ai limiti dell’incredibile. Giustamente tributata con la standing ovation di tutto lo stadio alla sua uscita. Bravo Matteo. Che per rendere al meglio ha bisogno di sentire calore intorno a sé: la corsa sotto la Nord dalla Sud dopo la magia e l’abbraccio sincero con Falcinelli lo testimoniano. Bravo Matteo, sei nel posto giusto: qui non ti facciamo sentire calore umano, continua a segnare che ti ci…incendiamo col calore.
Davide, dopo un primo tempo in cui cercava l’avversario da dribblare piuttosto che puntare a rete nello spazio, nel secondo tempo ha esattamente fatto il contrario. Col risultato di un rigore decisivo conquistato con la cattiveria e la furbizia del vincente.  Se mentalizza pure che ogni tanto va fatto l’1-2 col compagno che glielo chiede (come Fabinho) davvero non ce n’è per nessuno.
Sabato controprova di lusso al Partenio di Avellino per misurare le ambizioni reali in questo finale di stagione. Squadra tosta, quadrata, scorbutica l’Avellino, tipica della categoria, che gioca un 3-5-2 assai poco spettacolare ma di tanta sostanza e votata costituzionalmente al rischio minimo, con due signore punte ( Castaldo e Trotta) e gente molto abile negli inserimenti (Arini) e nelle palle inattive ( D’Angelo). Dovremo essere bravi a non lasciargli spazi. A non fargli fare la partita che vogliono, come invece abbiamo fatto fare al Frosinone. Ergo: massima concentrazione, tensione massima per novantacinque minuti. Se sarà così saranno fiaccole biancorosse, assicurato. Sarà la partita di Rodrigo Taddei, nessun dubbio. Anche per riscattare il rigore fallito all’andata a tempo scaduto e restitursi e restituirci quel campionato che poteva essere per lui e per il Perugia se avesse trasformato quel penalty.
Unica preoccupazione: l’arbitro dovrà essere di primissimo livello, perchè il condizionamento ambientale di una piazza assai calda lanciata verso la serie A potrebbe incidere.
Michele Antognoni – TifoGrifo.com
Scritto da
il 16/03/2015.
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