Approfondimento tecnico a cura di Michele Antognoni
Scritto da Redazione il 08/03/2015L’insegnamento che si trae dalla partita contro il Lanciano è che bisogna comportarsi con la serie B di quest’anno, a cui non eravamo più abituati, come col…maiale: non si butta via niente. Perchè in capo ad una partita strana che non si riesce a sbloccare, per un nuovo approccio sbagliato, per una inconscia rilassatezza e per qualche torto arbitrale, il rischio è quello di fare la fine di don falcuccio: c’e’ mancato un niente che il Monachello diventasse Abate per acclamazione e ci lasciasse a tutti noi Grifoni in una valle di lacrime.
1) approccio sbagliato. Troppo brutto il Perugia del primo tempo, a cui va ricosciuta una parziale attenuante ed un grosso merito. L’attenuante solo parziale è costituita dall’aver giocato controvento: non si trattava di una semplice brezza, era una buriana che ha trasformato Pian di Massiano ( quasi) nella piana di Colfiorito che falsava tutte le traiettorie di passaggio. Parziale, perchè il Grifo non è stato capace di trovare adeguate contromisure. Con un vento contrario del genere ed un avversario che in fase di non possesso era tutto dietro la linea della palla, anziché intestardirsi nel palleggio tra i tre centrocampisti per arrivare a servire una delle punte (quasi mai riuscito) serviva far funzionare il cervello. Allla quarta palla persa da Verre in 30 minuti di gioco, col rischio serio e concreto di replicare la ‘giacomazzata’ di Frosinone, il giocatore calcisticamente di gran lunga più intelligente degli altri (Comotto) ha capito che fosse il caso di aprire il gioco sugli esterni. Anzi, sulla sinistra, perchè lanciare il pallone verso Faraoni col vento che tirava e col Gatto in agguato era pericoloso. Peccato che Crescenzi non abbia piu lo smalto di inizio stagione, perchè i suoi affondi avrebbero consentito di acquisire superiorità numerica, cercare lo scambio con Verre e da qui o una giocata per le punte o palla di ritorno per il cross di Crescenzi dal fondo. Santa Madonna, ma come:abbiamo invocato per più di venti partite un ariete al centro dell’area capace di sfruttare i cross dalle fasce e più in generale capace di garantire centimetri, chili e fiuto del gol in area e non viene servito? Altra alternativa, provata più per frustrazione che altro da Hegazy (con Camplone a smoccolare e a ripetere ‘aborro! Aborro! stile Mughini) è stata quella del lancio lungo per le due punte, puntualmente preda di Amenta ( niente a che vedere col nostro leggendario Cefalo) e compagni. Anche qui: ma Santa Madonna, abbiamo rimpianto per oltre 4 mesi le sgroppate stile Defrel di Fabinho e come lo andiamo a cercare? Con palla alta? Ma almeno, se proprio non c’era alternativa al lancio lungo e alto da dietro quello da cercare per la spizzata era Ardemagni. Fabinho a cui – sia detto per inciso – un po di sana panchina, dopo le ultime due prestazioni fornite, non farebbe affatto male. Faraoni e Rizzo nel primo tempo hanno fatto da spettatori infreddoliti, tant’è che Rizzo, oramai con le scatole piene di attendere un pallone che non gli arrivava mai, dapprima scaricava dal centro sinistra verso la porta di Aridità l’unica conclusione del primo tempo, poi si stirava . Aridità: piu’ che un cognome, un presagio sulla vena realizzativa dei suoi avversari di giornata. Unico grosso merito – si diceva- di una prima frazione completamente sballata e sottotono è stato quello di avere concesso zero occasioni da rete all’attacco migliore del campionato. Da circoletto rosso- come amava dire il grande Gianni Clerici commentando con Rino Tommasi le partite di tennis- la chiusura in diagonale di Hegazy dopo pochi minuti e più in generale una ritrovata solidità di reparto con i singoli interpreti tutti sopra la media.
2) torti arbitrali. L’unica parola che ci viene in mente per apostrofare il designatore che manda ad arbitrare una squadra corregionale è un sostantivo che Vittorio Sgarbi, quieto per antonomasia, ripete’ la bellezza di tre volte all’indirizzo di Aldo Busi in una memorabile scenetta televisiva:” CAPRA!”. Passi per il gol annullato ad Ardemagni in cui la colpa, forse, è piu dell’assitente che la sua. E forse Matteo era un filino al di la’ di tutti. Passi per il mezzo rigore su Fabinho, che se il nostro anziché aspettare il tocchetto di Troest è sveglio e la passa ad Ardemagni di che vogliamo chiacchierare? Ma che cosa abbia visto solo lui di falloso il Sig. DI PAOLO da Avezzano, nemmeno 50 km da Lanciano, per annullare il gol a Faraoni è un mistero, da scaricare su dvd, impacchettare e spedire con tanto di colonna sonora “CAPRA!, CAPRA!, CAPRA!” di Sgarbi al designatore. Non è giusto, perchè col favore di vento, con gli avversari che non correvano e non pressavano più come prima il Grifo avrebbe meritato -ai punti- una vittoria che sarebbe stata pesantissima. È stato complessivamente un Perugia appannato (anche Lanzafame che doveva spaccare la partita non aveva vena buona), segnale pericoloso al quale rifiutiamo categoricamente di credere di una squadra che per esprimersi al massimo abbisogna alternativamente di peperoncino al culo o di avversari di grido. Ci sono diverse cose da sistemare, tra le quali, oltre a quelle dette, la posizione in campo delle due punte. Ottima l’idea di far partire Fabinho a destra per liberare l’estro e la potenza del suo mancino. Così come ottima è l’idea di far partire Ardemagni da sinistra, pronto a sfruttare la potenza del suo tiro o ad incornare i cross dalla destra (di chi?). Non sarebbe però male rivedere quello che in rare, ma indimenticabili circostanze ( Entella, Ternana), erano i movimenti di Falcinelli e Parigini: uno di fronte all’altro, anziché uno di fianco all’altro i nostri attaccanti per offrire anche ai centrocampisti che devono
supportare l’azione innumerevoli opzioni in più a disposizione. Ma su tutte, la cosa da sistemare in fretta in vista della partita contro la Pro Vercelli è la voglia. La cattiveria. La determinazione nel volere la vittoria, che era stata palpabile contro Modena, Brescia e Spezia, andata in vacanza sia ieri che a Frosinone. Cattiveria. Cattiveria e ancora cattiveria. Per battere la Pro Vercelli, avversario tutt’altro che irresistibile e puntellare la classifica. Cattiveria perchè ancora non siamo salvi ed i play off sono un sogno. Cattiveria, perchè ci siamo seduti e non va bene. Cattiveria. Perchè lo impone il rispetto che si deve a questa maglia. Cattiveria, perchè la serie B di quest’anno è come il maiale e non si deve buttare via niente, nemmeno il punticino. Cattiveria, perchè sarà pure ora però, sabato prossimo, di fare una bella ‘magnata’ di salsicce e puntarelle nel pieno rispetto della migliore tradizione festiva perugina. Gli scarti del maiale lasciamoli ai piemontesi che con quelli ci sanno realizzare piatti sublimi.
Michele Antognoni- TifoGrifo.com