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Il guardiano della porta del grifo: storie di protagonisti e comparse, di leggende e di meteore. Da Kocic a Bucci, da Docabo a Pagotto, passando per Mazzantini e finire con Rosati. Leali quali tracce lascerà?

Scritto da il 18/01/2018
 

Secondo Jorge Valdano, “i portieri vivono all’interno dell’area, in una prigione dalle sbarre bianche, adagiate e friabili, hanno due mani di vantaggio sul resto della squadra, e per questo privilegio si vestono di un altro colore”. È il ruolo chiave della difesa, forse cruciale, dove non basta saper comandare, ma bisogna anche trasmettere fiducia e sicurezza ai compagni di reparto. Spesso e volentieri non sempre il Perugia ha azzeccato la scelta del portiere, costretto poi, durante il mercato di gennaio a correre ai ripari. Non solo Cordoba, Kalac e Benassi dunque, ma anche altri nomi ricordati non di certo, per prestazioni impeccabili. Nel 1996/97, la stagione del ritorno in massima serie, fu Alexandar Kocic, portiere serbo, a difendere i pali durante la prima parte di stagione. Buonissimo l’esordio che lo vide, in alcune occasioni, secondo il periodico sportivo “Il Perugia”, miglior grifone contro Inter, Fiorentina,-nonostante le quattro reti incassate,- e Bologna. Sempre sul medesimo periodico, un articolo a firma di Roberto Borgioni dal titolo “Largo al Grande Pelato”, ne celebrava le gesta. Finito in un vortice di prestazioni altalenanti, Scala, che subentrò a Galeone, volle con sé il figliuol prodigo Bucci. L’ex Parma, almeno secondo il suo mentore, aveva piedi raffinati e, scherzando dichiarò: “Mi serviva un libero, per questo ho voluto Bucci…” E Bucci ne corrispose la stima attraverso importanti dichiarazioni, sempre sul periodico “Il Perugia”: “Il motivo fondamentale del mio arrivo a Perugia è certamente legato alla presenza di Scala. A Nevio devo il salto di qualità in carriera, con lui ho vissuto anni indimenticabili e credo che Scala sia una garanzia per portare fuori il Perugia da questa posizione di classifica”. Per lui e per Scala, ma soprattutto per il Perugia, quella stagione culminò con un’atroce retrocessione nella fatale e piovosa Piacenza. Per dovere di cronaca, in porta in quell’occasione c’era Spagnulo, anche lui non certo all’altezza in quella desolante domenica. Le prestazioni di Bucci, tra alti e bassi, portarono il Perugia, retrocesso in B, ad un nuovo ribaltone. Kocic tornato in Umbria dopo l’esperienza al Levante, fu affiancato ed alternato a Juan Carlos Docabo Donini. Con l’addio di Perotti e l’avvento di Bigon in panchina, giunse a Perugia, in uno scambio che portò Kocic ad Empoli, Angelo Pagotto, “Pagottovolante”, così definito sempre da Roberto Borgioni nel suo articolo per “Il Perugia”. Grazie a sontuose prestazioni e all’arrivo di Castagner, che mise tutti d’accordo, il Perugia centrò una storica promozione in serie A nello spareggio di Reggio Emilia contro il Torino di Reja e… Bucci. Pagotto non riuscì a confermarsi in massima serie. Nè lui, nè tantomeno Roccati, al centro di una sana competitività voluta da Castagner, fecero dormire al Grifo sonni tranquilli, tanto e vero che fu lo stesso allenatore, all’indomani della cinquina di Roma, a parlare di problema portieri. Per fortuna, in soccorso del Grifo arrivò Mazzantini, tra i portiere più importanti della storia del Perugia. La rivalità Pagotto-Roccati della stagione 1998/99 ricorda, con i dovuti termini di paragone, quella tra Rosati e Nocchi. Entrambi non hanno convinto del tutto, al punto tale- e non è un mistero-, da spingere la dirigenza a ricercare un’altra alternativa. Per non andare troppo lontano, la scelta di Brignoli fece comprendere a tutti, che forse, per tipologia di schemi difensivi, Rosati non sarebbe stato il portiere ideale. Ma tant’è, è tempo di concentrarsi sul presente. Leali come Mazzantini, dunque, per mettere tutti d’accordo, a patto che la trattativa, ai dettagli, da quanto ci risulta, si concluda alla svelta. E che soprattutto, si scelga il Leali giusto, e non si confonda Nicola con Fausto, celebre in altri mestieri, non certo in quello di portiere. Più che di un artista c’è bisogno di un…urlatore, uno che sappia comandare il reparto.
Raffaele Garinella-TifoGrifo.com
Scritto da
il 18/01/2018.
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