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Vido, il Cazzimma

Scritto da il 04/09/2018

Quando ero gggiovane ricordo distintamente che si parlava di spina dorsale di una squadra. Avere un portiere, un difensore centrale, un centrocampista centrale e un attaccante che valessero la categoria o qualcosa di più era un’assicurazione sulla vita. È vero, era un altro calcio, ma penso che questa sia comunque una regola base che è sopravvissuta alla moda dei terzini registi figli dell’ortodossia Guardioliana.

Possiamo parlare di ogni singolo Perugia, quelli di Ilario Castagner, di Serse Cosmi, del Profeta Galeone, o di Andrea Camplone (con sfumature diverse, per certi versi anche di Battistini): ogni annata presentava una solido “unisci i puntini” che univa con tre trattini, passando per la difesa e per la mediana, portiere ed attacco, e non a caso ricordiamo quelle stagioni con grande gioia.

Ecco, l’introduzione è per dire che quest’anno la colonna vertebrale della squadra sembra davvero solida, come evidenziato dalla convincente vittoria interna contro l’Ascoli, e che quella linea che va da Gabriel per arrivare a Vido, passando per Gyomber in difesa e Verre (o Moscati) in mediana, sembra garantirci la possibilità di assistere ad una annata importante.

Gabriel, innanzitutto. L’estremo difensore brasiliano restituisce alla difesa la sensazione di avere un fuoriclasse in porta. È quasi impressionante come segue la partita, come sia capace di leggere il gioco avversario e di guadagnare quindi quelle frazioni di secondo che gli permettono di prevenire alcuni pericoli. Oltre a questa capacità, che potremmo definire brignolesca (sfrondata dagli “eccessi reattivi” del portiere ora a Palermo), Gabriel eccelle anche nei fondamentali classici del portiere ed ha un fisico che ricorda quello agile e potente di Cinghialone Peruzzi.

L’unione tra queste qualità produce punti, e quest’anno, per il Grifo, sarà un bel bonus.

Se Gyomber deve ancora debuttare, ma abbiamo già visto domenica un buon terzetto di difesa in campo (e compatto nell’imbruttire chi fa il furbo, per informazioni citofonare al 21 bianconero Beretta), con una menzione speciale per Ngawa, correttamente ignorante come almeno un difensore marcatore deve essere nella mia concezione di calcio, e se il centrocampo deve ancora trovare una quadratura precisa, anche se l’esperimento di Verre regista atipico in un terzetto che sappia comunque gestire il controllo del pallone (un po’ sulla falsariga del trio Verre – Fossati – l’por Taddei di qualche anno fa) è stato positivo, anche perché ha responsabilizzato Verre e lo ha costretto con continuità nel vivo del gioco, non possiamo nasconderci sul fatto che il giocatore con maggior impatto sulla partita è stato (ancora) il Cazzimma, Luca Vido.

Lo scuola Atalanta ha messo ancora in evidenza le sue doti, tra le quali spicca  il suo essere presente nei momenti che contano ed il suo rompere le palle ad ogni forma di vita animata ed inanimata, qualità che ne fanno sicuramente un attaccante molto difficile da affrontare, come capitava, così per dire, con uno tipo Pippo Inzaghi qualche anno fa (ripeto: non parlo di qualità tecniche quanto di intensità e di “fastidio ad averlo contro”). Nella partita del Curi, peraltro, Vido ha avuto un riferimento importante da un compagno di attacco che in questo momento si è rivelato più funzionale dell’Han visto a Brescia, e cioè Federico Melchiorri.

Infatti, al di là delle caratteristiche tecniche di Vido che abbiamo già iniziato a conoscere, quello che mi ha colpito maggiormente domenica è stato il modo di giocare della coppia Vido – Melchiorri nel suo insieme, un modo di cercarsi e di muoversi che in certi frangenti mi ha ricordato quello di un duo d’attacco che mi è rimasto particolarmente nel cuore, Pasquale Traini – Giovanni “Joe Condor” Cornacchini.

E’ chiaro che è ancora tutto in fase embrionale e che fondamentalmente queste sono parole in libertà, ma la capacità propria di Melchiorri di “stressare” le difese ed aprire gli spazi, così come faceva Traini all’epoca, può fungere da detonatore perfetto per le caratteristiche di Vido, pronto a infilarsi – lui e non solo lui, vedi inserimenti dei centrocampisti – nelle maglie aperte dall’ex Carpi come faceva il buon vecchio Joe Condor.

Detto che Mazzocchi ha fatto un upgrade nella corsia di destra e che Falasco lo ha provocato nella corsia di sinistra, ma è necessario continuare a crescere sugli esterni, e che Dragomir è stato protagonista di un esordio non banale, alla prima partita nel mondo dei grandi, sembrando in fase propositiva veloce di testa e di gambe, un prospetto su cui quindi continuare a lavorare, resta da dire di un ambiente positivo che pare andare verso un volersi bene utile a tutti e di un Nesta che tramite l’11 schierato ha cominciato a declinare in maniera chiara le sue promettenti idee di gioco.

Ora ci sono parecchi giorni di allenamenti per rinsaldare le intese che stanno iniziando a nascere ed un appuntamento con la giustizia sportiva che ci dirà se il format attuale sarà quello definitivo o se verrà allargato (e nel caso bisognerà capire se fare un intervento di rinforzo, qualora il campionato dovesse essere integrato con turni infrasettimanali e sovrapposto ad appuntamenti di nazionali).

Nel frattempo, incognite esterne a parte, la sensazione che ho avuto è stata molto positiva, ed anche se il contesto dell’attuale campionato di Serie B, è bene specificarlo, si prospetta come molto livellato, e non mi sembra verso il basso, se il buongiorno si vede dal mattino le premesse per divertirci sembrano esserci.

 

Forza Grifo!

 

Federico Basigli – TifoGrifo.com

Scritto da
il 04/09/2018.
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