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Verre, Vlad e Casemiro

Scritto da il 06/11/2018

 

Due 3 a 2 di fila con partite – vinte –  tanto roboanti quanto rocambolesche. Un Perugia in formato Penelope che tesse e disarma la sua tela fino ad ottenere comunque la vittoria. Un Grifo che gioca bene e diverte, bisogna dirlo, ma che sovraccarica le coronarie in una maniera che anche no. Benvenuti a Grifolandia.

La partita col Padova e la trasferta di Livorno hanno proposto parecchi tratti comuni: il più evidente è che le capacità di gioco e tecniche vengono spesso pareggiate da errori marchiani che rimettono in pista costantemente i nostri avversari. In fondo oggi parliamo di Padova e Livorno, ma potremmo dire lo stesso delle trasferte di Verona e Salerno, quando sul campo avresti meritato di vincere ed invece per errori anche ridicoli sei tornato a casa con zero punti. La differenza che ha prodotto esiti diversi risiede in una crescita del Perugia ed una minore caratura tecnica e tattica del Padova e del Livorno rispetto ai due precedenti impegni.

La presenza contemporanea di almeno 5 giocatori portati ad attaccare più che a difendere (le due punte più Verre, Kingsley e Dragomir) impone equilibri trovati al momento solo in parte.

Il Grifo sta rafforzando la sua identità di squadra forte nel palleggio e nel possesso palla, quindi, ma che ancora non riesce a contenere sufficientemente quando le fasi di gara prevedono di coprirsi ed aspettare.

Diventa indispensabile – coi dovuti paragoni – quel compito tattico svolto nel Barcellona da Busquets e che nel Real di Zidane vedeva protagonista Casemiro (o prima ancora facevano i Van Bommel o i Makelele), cioè un uomo capace di schermare la difesa e prevenire quelle verticalizzazioni che possono mettere di punto in bianco l’attacco avversario in condizione di parità numerica o quasi contro la nostra difesa. Questo a maggior ragione in una situazione, quella della difesa del Grifo, che non ha ancora trovato la perfetta quadratura: i terzini, infatti, sono al momento gli elementi meno brillanti e non penso sia un caso che la partita del Grifo abbia svoltato quando, nel secondo tempo, Mazzocchi ha iniziato a far vedere quelle qualità che fino a quel momento non erano mai uscite (e peraltro in fase difensiva il suo salvataggio su Fazzi vale quanto un gol).

Il Grifo, fondamentalmente, ha lasciato una ventina di minuti di prevalenza al Livorno, che però ha capitalizzato con due reti frutto di errori evidenti di singoli e di errori, meno evidenti ma altrettanto letali, di reparto. Nel primo gol, ad esempio, è piuttosto marchiano l’errore di Falasco sull’incursione di Agazzi, ma sono concausa della rete subita la palla persa e la mancata copertura su Diamanti. Dell’equilibrio della squadra, dalla capacità di mascherare i limiti ed esaltare le virtù, passa il destino del Grifo.

Due parole in più le spendo volentieri per la coppia d’attacco e per la Doppia V, gli intercambiabili Verre e Vlad.

Appena arrivati a Perugia ho scritto che Melchiorri e Vido avevano le caratteristiche per sopperire al meglio alla partenza della coppia Di Carmine – Cerri. Melchiorri era l’ideale prosecuzione del prototipo Di Carmine, attaccante capace di offendere ed aprire spazi. Qualche caratteristica diversa, certo, perché i giocatori non li fanno con lo stampino, ma se si cercava un attaccante capace di segnare ed aprire spazi in cadetteria se ne trovano pochi come l’ex Carpi, che ha come qualità bonus quella di un essere un esempio per i più giovani, con la sua umiltà, il suo impegno continuo ed il suo altruismo.

Per due certezze a confronto (DC10 e Melchiorri), anche il raffronto tra le giovani promesse fa ben sperare. Se Cerri l’anno scorso era tornato a quei livelli che nelle giovanili gli venivano pronosticati, Luca Vido sta tenendo fede alle sue credenziali da azzurro under 21 con prestazioni da attaccante ed assist man che sembrano confermare le promesse di un futuro radioso. Il Grifo, quindi, mantiene la caratteristica di “incubatrice” per le giovani promesse, ed anche questo, per una società, è un valore aggiunto ed un merito da evidenziare, nonché crediti da spendere nelle prossime sessioni di mercato.

Le ultime partite, inoltre, hanno evidenziato come un Verre avanzato quei 10 – 15 metri piu avanti dal per lui ingrato ruolo di regista diventa in questa categoria letale. Che sia trequartista o mezzala, più libero da compiti difensivi, l’ex Samp trova miglior palleggio, verticalizzazione e tempi di inserimento. Giocando assieme a Vlad, ben coperti da Kingsley ed un equilibratore: prove di un centrocampo che sta crescendo.

Appunto Verre e Vlad, la Doppia V.

 

Verre è tornato a Perugia vestito da ciliegina sulla torta, colui che inserito nel contesto del Grifo lo avrebbe portato ad un livello superiore. Provarlo in cabina di regia, a mio avviso, ha rallentato un po’ questo processo, in quanto in un centrocampo piuttosto propositivo proporre lui playmaker / equilibratore, aveva come effetto quello di non bilanciare adeguatamente la squadra, ed anche da questo penso vengano alcuni dei gol subiti nelle prime partite.

Vlad è giunto quasi come un jolly, una occasione servita su un piatto d’argento dalla Academy dell’Arsenal, che lo ha dismesso nonostante una trafila importante. È chiaro, tra l’Arsenal e la B italiana scendi tre gradini, e la competitività, calando, fa emergere doti che nell’altro contesto in questo momento non si sarebbero viste. Anche per questo il matrimonio tra Vlad ed il Grifo è stato perfetto per tutti: il Perugia ha acquistato un giocatore che è già sicuramente utile e potrà dare il proprio contributo ora e (forse ancor di più) andando avanti, e lo stesso Dragomir potrà crescere insieme alla squadra facendo esperienza per mettere a frutto quelle doti che almeno potenzialmente sono state già battezzate di categoria superiore.

Verre e Vlad , inoltre, stanno già mostrando una buona intesa, quella che permette a due giocatori di rinforzare l’uno le abilità dell’altro, essere somma e non differenza, e questo è un aspetto non secondario in un mondo del calcio, ma è un concetto che purtroppo trascende il calcio e si fionda in tutti gli ambiti della vita pubblica, in cui ognuno spesso tende maggiormente a vedersi come soggetto singolo e non come parte di una mini-società (la squadra di calcio), individualità immersa in un contesto che cooperi per il bene comune. La costruzione di una squadra passa anche da questo, ed il Grifo quest’anno sembra saperlo.

 

Con il Crotone finirà venerdì questo miniciclo e poi il campionato si fermerà ancora per 15 odiosi ed inutili giorni.

 

Forza Grifo!

Federico Basili – TifoGrifo.com

Scritto da
il 06/11/2018.
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