Pontedera-Perugia 2-2. Grifo, nuove importanti virtù e vizi antichi. Il pari sta stretto.
Scritto da Redazione il 02/11/2025
Nuove, importanti virtù, qualche vizio antico. Il Perugia prosegue la serie positiva a Pontedera, e questa è la prima nota positiva. Il pareggio, riacciuffato due volte, certifica una squadra che adesso rimane in campo e in gioco e reagisce alle avversità, e questa è un’altra buona nuova. E, poi, nel finale, dopo il, 2-2, quando i toscani non ne avevano più e neppure provavano ad attaccare, il Grifo, liberato dalle ansie difensive, e con Bacchin e Montevago (poi Giardino) e Manzari, avrebbe meritato di vincere, con una serie nutrita e pericolosa di conclusioni verso la porta avversaria e un rigore prima dato e poi ingiustamente tolto. E questa del coraggio di provarci, delle conclusioni a rete che finalmente non sono più cose rare, è un’altra importante novità. Ma il Grifo ha anche evidenziato, e non poteva essere diversamente, le solite fragilità difensive, sulle fasce in fase di manovra e al centro sui tiri dalla distanza, dove manca sempre qualcuno a contrastare adeguatamente chi li fa. Anche oggi due gol subiti in questo modo e su altrettante ripartenze, denotano che la difesa e il centrocampo sono strutturalmente carenti. Se gli avversari quando attaccano in velocità trovano di fronte reparti lenti e incapaci di far fronte ai cambi di ritmo avversari, il Perugia continua a soffrire sulle transizioni avversarie. E se i grifoni arrivano ancora secondi sulle palle vaganti, sarà sempre difficile costruire risultati. La società, adeguatamente consigliata dal duo Novellino-Gaucci, non dovrà sottovalutare questo aspetto in fase di mercato, prima possibile, anche se oggi il Perugia ha volutamente rischiato di più per cercare di proporsi maggiormente in avanti. Tirando le somme, gli aspetti positivi sono molti e significativi. Per i vizi di sempre, Tedesco è la società dovranno lavorare nei rispettivi ambiti. Intanto, però, il Perugia è vivo e se la può giocare: quindici giorni fa, chi ci sperava?
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia
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