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Sir Safety, Colaci mette da parte la Supercoppa e pensa al doppio impegno contro Padova: “Attenti, sono una squadra insidiosa…”

Scritto da il 13/10/2017
È stato un fine settimana storico per la Sir Conad Safety Perugia, che in quel di Civitanova ha conquistato il suo primo trofeo. Una squadra però che aspira a diventare non grande (perché lo ha già dimostrato di esserlo) ma grandissima deve essere abile ad archiviare anche gli eventi positivi e guardare avanti. La doppia sfida con Padova bussa già alle porte: domenica 15 si giocherà al Palaevangelisti la prima di Superlega, mentre mercoledì 18 sarà ancora la formazione patavina (che ieri ha fatto fuori Piacenza nei quarti un po’ a sorpresa) a contendere ai Block Devils l’accesso alla final four di Coppa Italia. Obbiettivo da non fallire assolutamente dopo il beffardo epilogo della passata stagione. A parlare ai cronisti, in conferenza stampa, è il libero Massimo Colaci, uno dei protagonisti di questo bellissimo inizio di stagione, che tocca diversi temi tra passato presente e futuro.
Un passo indietro è doveroso, Massimo. Domenica Perugia ha conquistato il suo primo titolo..
 
È stata una grande emozione anche per me, nonostante i successi del passato. Anche perchè negli ultimi due anni ho visssuto anche io tante delusioni, perdendo praticamente tutte le finali. Ho visto una grande gioia negli occhi dei nostri tifosi e credo sia normale. Ricordo bene quei secondi dopo che è caduta l’ultima palla, è stato bellissimo vedere quel muro bianco alle nostre spalle che esultava. Del resto noi giochiamo anche per regalare delle emozioni a chi ci guarda. Speriamo di vivere questi momenti anche in futuro.
È possibile fare un paragone tra questa tua nuova esperienza e quella passata?
A livello tecnico questa Sir si avvicina molto alla mia Trento. Ci sono ottimi giocatori e un’ottima panchina, cosa molto importante. Quella squadra era una forza della natura, non mollava mai un punto. Credo che se questa Sir impara questo diventa devastante. Qui c’è tutto per far bene, bisogna solo fare questo passettino in più.
Ora Padova, avversario che incontrerete due volte nello spazio di tre giorni…
 
La partita (quella vinta ieri sera 3-1 contro Piacenza ndr) l’ho vista in parte ma posso dire che loro sono una squadra giovane, capace di recuperare tutti i set. Se la sono giocata a braccio sciolto, senza nulla da perdere. Dobbiamo cercare di metterla sotto subito perchè se concedi loro delle occasioni tendono a sfruttarle.
Cosa ti ha colpito di più dell’ambiente perugino in queste battute iniziali?
 
La fame di vittoria. Molti tifosi mi hanno ringraziato di essere arrivato e si capisce che si vuole lottare per grandi traguardi. Nei ragazzi ho visto il desiderio di combattere con gli avversari più forti; basta fare, come ho già detto, quello step in più a livello mentale.
Pensi che principalmente possa essere merito tuo la conquista della Supercoppa?
 
Non è così assolutamente, il libero è normalmente il tassello finale che viene scelto nella costruzione di una squadra. Ho soltanto dato il mio contributo.
Il giorno della presentazione ai tifosi il presidente Sirci ha speso parole importanti per te..
 
Lo ringrazio. Ha fatto un grande sforzo per prendermi e mi seguiva già da due anni.
Tra i tuoi compagni c’è qualcuno che ti ha sorpreso particolarmente?
 
Chi conoscevo meno era Russell,  ma mi ha stupito per la sua mentalità vincente. Non si fa mai condizionare dagli errori e non molla nulla. Gli americani sotto questo aspetto sono avanti luce. Anche gente come Shaw ed Andric, che fino a questo momento non hanno avuto grosse opportunità, stanno dimostrando qualità importanti.
Quali squadre possono essere considerate le favorite per questo campionato?
 
Le quattro davanti hanno qualcosa in più. Con il tempo però possono diventare interessanti squadre come Verona e Piacenza, che possono creare problemi quando giocano in casa.
Torniamo per un attimo a parlare di nazionale. Quanto pensi possa aver inciso la vicenda Zaytsev su un Europeo giocato in modo non esaltante?
 
Normale che l’assenza di Ivan abbia pesato. Sappiamo quanto sia importante, se posso lo carico sulle spalle e lo porto in azzurro. C’è però chi si occuperà di questo caso, la speranza è che prevalga il buon senso. Anche perchè spesso noi italiani siamo i più bravi a crearci problemi da soli.
La Coppa Italia, meglio la vecchia o la nuova formula?
 
Quest’anno si dà a tutti la possibilità di scalare qualche gradino, ma si gioca molto presto. Per questo preferisco la formula vecchia.
Per finire, la mentalità può davvero fare la differenza?
 
Ne ho già parlato con i ragazzi. Ho cercato di far capire che sono due le strade da percorrere: quando siamo in vantaggio bisogna chiudere, c’è poco da fare, quando siamo sotto capire che si può recuperare. Naturalmente queste mie idee sono state condivise.
Enrico Fanelli – TifoGrifo.com
Scritto da
il 13/10/2017.
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