Salernitana-Perugia 1-1. Grifo, ancora gol nel recupero dopo una partita comandata.
Scritto da Redazione il 09/12/2017
Al Perugia piace il brivido. Per la terza partita consecutiva il Grifo agguanta il risultato nel recupero. Ancora un assist di Cerri, come a Terni e come con l’Ascoli, e stavolta è Buonaiuto a mettere il sigillo su una partita che il Perugia per mole di gioco avrebbe meritato chiaramente di vincere, ma ha rischiato di perdere praticamente per l’unico tiro in porta dei campani di tutta la partita. Modulo inedito e interpreti inattesi nella formazione iniziale. Breda opta per un prudente 4/4/2, con le fasce rinforzate e le linee strette per impedire alla Salernitana le ripartenze in velocità, specialità dei suoi attaccanti. Nocchi al posto di Rosati, infortunato nel riscaldamento; Dossena preferito a Volta in difesa, Buonaiuto e Del Prete sulle fasce in mediana, con Colombatto e Bianco in mezzo; davanti Cerri e Di Carmine. La Salernitana è a trazione anteriore col 3/4/3 nel quale l’ex Sprocati è più esterno di punta che trequartista. Primo tempo equilibrato all’insegna della paura di perdere e del vento che falsa tutte le traiettorie. Il Perugia fa registrare più continuità di gioco ma manca la precisione negli ultimi venti metri. La Salernitana non si rende pericolosa perché difesa e mediana perugina chiudono spazi e linee di passaggio. La ripresa vede il Perugia più deciso, ma non più preciso. Nei primi quindici minuti le conclusioni in porta sono solo dei grifoni, con Dossena, Del Prete e due volte Buonaiuto. Breda allora, prima della mezz’ora, mette dentro Falco per Zanon e poi Han per Di Carmine. Ma, proprio nel momento in cui i grifoni dovrebbero spingere sull’acceleratore, Falco subisce uno stiramento muscolare e la squadra prende gol sull’unica mezza conclusione verso la porta di Nocchi di tutta la partita. L’ex Sprocati fa un tiro cross sul quale Bocalon approfitta di una indecisione di Dossena e insacca dall’area piccola. Uno a zero e sapore acre di beffa per i grifoni. Perché il Perugia, è vero, non ha espresso un gioco brillante ed è mancato di precisione, qualità e concretezza negli ultimi metri; ma ha pur sempre messo sotto nel gioco una squadra che finora in casa non ha mai perso. Insomma, un Perugia sempre più a immagine del suo tecnico: equilibrata e capace di non sbandare mai nelle avversità. E anche con una buona personalità, se è vero che è uscita alla distanza e ha recuperato una situazione divenuta inopinatamente complicata. Una squadra, anche, che non riesce ancora a valorizzare le enormi potenzialità che ha in avanti, perché il gioco di Breda non è certo quello di Giunti e non lo sarà mai. E la domanda, in prospettiva, resta dove nel Perugia del tecnico trevigiano si potrà posizionare, nel tempo, l’equilibrio tra la prudenza tattica che Breda ha in parte dovuto, in parte voluto sposare e la capacità di essere propositivo in fase costruttiva, a servizio della quale il Perugia ha una batteria di uomini di assoluta qualità. Perché, anche a prescindere dal modulo, se il Perugia vorrà sfruttare le proprie qualità in rosa e tornare a coltivare obiettivi ambiziosi -del tutto legittimi, per non dire doverosi, considerando la rosa e le ambizioni di inizio stagione- quell’equilibrio dovrà indubbiamente spostarsi verso un atteggiamento più propositivo e spigliato. Intanto, la missione-buonsenso di Breda, prosegue con successo di risultati. Il consolidamento della frana procede sicuro e certosino e questo, appena un mese fa, sembrava già un obiettivo arduo, del cui sostanziale avvicinamento va ora dato merito al nuovo tecnico. Ma, con questa rosa, sarebbe un peccato accontentarsi solo di scamparla. Il mercato di gennaio dovrà partire da questa constatazione.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia
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