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Parla Gianluca Colonnello, uno che di sgroppate sulla fascia sinistra se ne intende. “Di Chiara è bravo, ma tra A e B c’é un abisso. Il mio sogno è quello di allenare il Perugia.

Scritto da il 13/07/2017

gianlucacolonello

Terzini sinistri si nasce.

Dopo Cabrini, Maldini, Fortunato, Roberto Carlos, calciatori capaci di ricoprirle quel ruolo nel calcio moderno sono sempre meno, merce rara. Il Perugia ha praticamente ceduto Di Chiara in serie A dopo l’eccellente stagione disputata con Bucchi. Con Colonnello abbiamo parlato delle difficoltà di ricoprire quel ruolo e di tanto altro, non solo ricordi legati alle due stagioni a Perugia, pagine importanti legate alla promozione in serie A ottenuta nello spareggio di Reggio Emilia contro il Torino e la permanenza in categoria con Boskov in panchina. Di Colonnello i tifosi ricordano lo spirito di sacrifico, il non risparmiarsi mai, gli assist “al bacio” per gli attaccanti e la freddezza con la quale realizzò il calcio di rigore,-forse più importante nello spareggio contro il Torino-,calciato con tanta pressione dopo l’errore di Dorigo.

Colonnello perché è sempre più difficile trovare interpreti eccellenti come te sulla fascia mancina? 

Oggi tanti difensori sono adattati al ruolo di terzino. Ai miei tempi dovevi avere mezzi atletici straordinari. Occorre possedere forza fisica e capacità tattiche perché è un ruolo di sacrificio e di poca gloria.

La cessione di Di Chiara è imminente. Dopo l’ottimo campionato con il Perugia, pensi sia pronto per la serie A?

E’ bravo, ha le carte in regola per sfondare, ma deve confermarsi in una categoria molto diversa. Tra serie A e serie B ci sono tante differenze. Guardiamo il Pescara di Oddo, due stagioni fa ha stupito tutti, mentre nello scorso campionato è retrocessa senza mai dare l’impressione di poter raggiungere la salvezza. Di Chiara dovrà approcciarsi alla serie A con umiltà ed attenzione.

Giunti è arrivato al Perugia, come giudichi questa scelta? Riuscirà a non far rimpiangere Bucchi?

Anche Giunti come Cristian ha giocato nel Perugia, ne è stato capitano e questo gli consente di partire con un bonus importante. La serie B quest’anno è molto simile alla serie A, con piazze dall’importante blasone come Parma, Palermo, Foggia, Venezia, Pescara. Sarà un torneo bello ed avvincente in cui bisognerà necessariamente partire col piede giusto per creare entusiasmo.

Ora un tuffo nel passato. Ricordi il tuo approdo al Perugia? Come nacque la trattativa? 

Ero in auto direzione Empoli, per firmare il contratto con il club toscano. Fui contattato dal mio procuratore che mi parlò della possibilità di andare al Perugia. La proposta era interessante, dal punto di vista tecnico ed economico. Non ci pensai due volte ed accettai con entusiasmo. A distanza di tempo posso confermare che si trattò di una scelta giusta. In due anni centrammo la promozione in serie A  e mantenemmo la categoria. Il Perugia non si salvava in A da circa venti anni. Furono due stagioni fantastiche.

Quali ricordi di Luciano Gucci? 

Ricordi positivi della famiglia Gaucci. Il Perugia veniva da una amara retrocessione dalla serie A e non fu facile riuscire nell’impresa di centrare la promozione al primo colpo. Ci riuscimmo perché era una squadra di uomini veri. Qualche anno fa sono andato a trovare Luciano Gaucci ed è stato molto emozionante riabbracciarlo.

Durante la tua permanenza in Umbria hai lavorato con Perotti, Bigon, Castagner e Boskov. Cosa ricordi di ognuno di loro?

Con Castagner e con Bigon mi trovai benissimo. Due persone eccezionali, mi hanno dato molto sia professionalmente che umanamente. Bigon nel suo periodo in panchina pagò l’eccessiva sfortuna. La squadra giocava bene ma non riusciva a vincere. Castagner portò quella tranquillità necessaria per vincere. Fu abile nell’alleggerire le pressioni che c’erano sulla squadra. Provo sempre immensa gioia nel rivederlo. Vincemmo perchè eravamo un grande gruppo. Con Perotti abbiamo cominciato bene, eravamo forti, ma c’era anche tanta pressione. Con lui ho avuto qualche problema che poi, nel corso del tempo, si è risolto. Boskov rappresenta una pagina importante di calcio internazionale e mi considero fortunato di essermi allenato alle sue dipendenze. Tanti aneddoti, situazioni simpatiche che mi tornano alla mente quando penso a lui.

Dopo due stagioni lasciasti il Perugia per approdare al Lecce. Come mai le strade si divisero? 

La squadra venne affidata a Carlo Mazzone; stavamo preparandoci per la coppa Intertoto, quando il  procuratore mi disse di una proposta ricevuta dal Lecce. Sarei rimasto volentieri a Perugia, ma preciso che a Lecce ho trascorso cinque stagioni fantastiche.

Quali ricordi conservi di Perugia?

Ricordi indelebili, meravigliosi, sia della città che della squadra e della tifoseria. A Perugia ho ancora tanti amici, ci torno spesso. Quando arrivo in centro mi piace fermarmi alla taverna da Claudio. Il titolare è un amico, quando ci rivediamo, si emoziona… Il mio sogno è quello di tornare a Perugia da allenatore. Sarebbe fantastico realizzarlo.

Cosa c’è dietro l’angolo per Gianluca Colonnello? 

Il 30 giugno è scaduto il mio contratto con il Pisa. Ho ricevuto proposte per allenare in Grecia, ma mi piacerebbe ripartire, magari dalla Lega Pro. Spero solo mi sia concessa una possibilità per dimostrare il mio valore.

Raffaele Garinella

Scritto da
il 13/07/2017.
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