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Paolo Rossi torna al Curi dopo quarant’anni: “È sempre emozionante. Si giocava un calcio diverso..”

Scritto da il 24/05/2019

Come se il tempo non si fosse mai fermato. Dopo circa quarant’anni lo stadio Renato Curi riaccoglie uno dei personaggi che hanno fatto la storia del Perugia (nel bene e, suo malgrado, anche nel male) e più in generale del calcio italiano, vale a dire Paolo Rossi. Gli sportivi locali se lo ricordano per aver vestito la maglia biancorossa nella stagione 1979/80 (era arrivato in prestito dal Vicenza) mettendo a segno 13 gol in 28 presenze totali; una buona annata prima che il ciclone del calcioscommesse lo travolgesse in pieno (la giustizia sportiva lo squalificò per tre anni poi ridotti a due). Da lì quello che poi divenne il Pablito nazionale trovò la forza di rialzarsi fino ad arrivare a vincere da assoluto protagonista il mondiale del 1982 e il successivo pallone d’oro. È stato un pomeriggio intenso per l’ex bomber di Prato, ora dirigente del Vicenza: un giro presso la sede e il museo del Grifo e poi due chiacchiere con i cronisti presenti per un un tuffo nei ricordi sempre emozionante.
Cosa si prova a tornare al Curi dopo così tanto tempo?
Emozioni ci sono sempre. Sono passati quarant’anni, erano altri tempi, un calcio
più romantico e poetico. Oggi questo sport è cresciuto in tutti i sensi, ad esempio questo museo e la sede non c’erano. Qui c’è la storia e anima del Perugia
Hai giocato solo un anno qui, ma cosa ha significato Perugia per te?
È stata sicuramente una tappa importante. Arrivavo in un momento in cui questa squadra era davvero forte, tant’è che l’anno precedente non aveva mai perso. Ho passato un anno buono sotto l’aspetto della tecnico, un annata tutto sommato discreta, anche se poi c’è stata la parentesi del calcioscommesse. Ma è stato comunque un passaggio significativo
C’è un po’ di questa città nel tuo presente…
Eh si, la storia ritorna: qui ho trovato mia moglie ed è la mia seconda casa. Arrivo allo stadio e non è cambiato nulla: l’ingresso in campo sempre un tuffo al cuore. Del resto l’erba é sempre stata la nostra vita
Oggi tra l’altro verrà inaugurata in centro la mostra in tuo onore
Sì, vogliamo tramandare alle giovani generazioni quanto accaduto in quegli anni. È significativo il fatto che abbia vissuto nell’era culminata con vittoria del 1982, che fu un mondiale epico per mille motivi. C’era un presidente come Pertini e un allenatore come Bearzot; il piacere è quello di far conoscere quello che è stato come detto per chi non c’era, ma anche per chi c’era
Che idea ti sei fatto del Perugia di oggi?
Lo seguo e lo leggo. È un’ottima squadra che sembrava che fosse lanciata per salire, poi ha perso qualche partita di troppo in casa. Prima o poi ce la può fare, le premesse ci sono.
Enrico Fanelli- TifoGrifo.com
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il 24/05/2019.
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