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Le dichiarazioni del presidente Massimiliano Santopadre.

Scritto da il 12/06/2018

Le dichiarazioni del presidente Massimiliano Santopadre.

Ecco le dichiarazioni del presidente del Perugia, Massimiliano Santopadre ai microfoni della trasmissione “Fuori Campo” andata in onda presso le frequenze di Umbria TV.

Sulla costante negativa dei playoff:

“In quattro playoff, quattro gestioni diverse, l’ultima con un ritiro fuori Perugia. La realtà del risultato dice che non abbiamo gestito bene i playoff. Se posso difendere la società, dico che non va il club in campo. Dopo c’è la partita, allenatore e calciatori, poi diciamo che non siamo stati fortunati. Li abbiamo persi, usciamo sconfitti e spero ci serva da lezione per i futuri playoff. Ci manca un ultimo metro per arrivare al traguardo. Nel calcio il denaro conta. Pensiamo all’Empoli o al Parma che hanno investito nel mercato e che si sono classificate come prima e seconda. Il terzo posto se lo giocheranno Palermo e Frosinone, che non solo ha forza economica ma sono stati bravi a costruire anche lo stadio. Noi andiamo a fare la guerra con queste realtà e la faccio con le mie possibilità che non sono come quelle delle prime cinque in classifica. Dopo queste realtà, sento di poterci stare. Noi abbiamo sbagliato nell’approccio con le ultime perché con le prime abbiamo totalizzato dodici punti su diciotto.

Sul cambio di allenatore prima dei playoff:

Da presidente-tifoso, consapevole che saremmo andati incontro a quella partita decisiva dei playoff, il mio gesto forse disonesto verso Breda,-perché l’uomo non lo meritava,-è stato fatto per il bene che nutro verso la società. Volevamo gettare il cuore oltre l’ostacolo. Volevamo una botta di defibrillatore a questi ragazzi che erano mentalmente scarichi, provati. È difficile spiegare, ma credo che in questa annata tutti hanno torto e ragione. Questa squadra aveva grandi debolezze, non era così forte come pensavamo. Sono qui perché voglio dare spiegazioni alla gente, ma vi assicuro che è stato fatto il possibile e l’impossibile per terminare una stagione in cui ho temuto, in ottobre, di retrocedere”. 

Sulla gestione della comunicazione da parte del presidente:

In merito alla comunicazione ci sono addetti dedicati alla comunicazione. Se consigliare un presidente significa dirgli quando e come parlare, rispondo di no. Se parlo devo avere la voglia di parlare, di esprimere determinati concetti. Magari dal prossimo anno inseriremo il consigliere del presidente per la comunicazione, perché forse dopo sette anni non sono più capace di comunicare. 

Sulla valutazioni:

“Il problema è che purtroppo l’operato di una persona si valuta solo attraverso i risultati sportivi. A un certo punto il tifoso è diventato come la squadra che ha viaggiato sulle montagne russe. Ho avuto lucidità nello scegliere Breda e nel perseverare con lui nel progetto di normalizzazione che ha portato il gruppo a migliorare uscendo da un momento molto critico”.

Sugli errori determinanti della stagione:

“Col senno di poi tante tensioni terminano. Ho sbagliato forse a difendere la squadra a spada tratta e questo mi ha portato ad essere mal visto dai tifosi, ma io ho pensato solo a salvare la squadra dalla retrocessione. Ho pensato a motivare i ragazzi. Avevo paura di retrocedere, della fine di questo club. Speravo che il playoff andasse meglio, ma vi dico che anche con Ancelotti in panchina avremmo perso 3-0 a Venezia. Eravamo scarichi e non so spiegarmi il perché. Era un gruppo che durante i momenti negativi andava incontro ad apatia. Anche l’allenatore è stato travolto dalla generale apatia. Abbiamo provato col mercato a cambiare ed abbiamo acquistato sette giocatori arrivando terzi a due punti dai secondi. Dopo Avellino abbiamo perso non solo la partita ma calciatori importanti a causa di infortuni e siamo ricaduti nell’apatia”. 

Sulla parte finale di stagione e sui pochi punti conquistati nelle ultime gare di campionato (in sette partite solo tre punti conquistati ):

La squadra dopo una grandissima rincorsa è arrivata a soli due punti dal secondo posto. Siamo andati ad Avellino per conquistare la vittoria, ma abbiamo perso sbagliando totalmente la partita. Dopo la sconfitta gli infortuni ad alcuni elementi hanno mentalmente provato il gruppo. La squadra avendo poca personalità è crollata. Breda non era un cuor di leone, ma ha un carattere da normalizzatore,-come ho detto prima,- e non è riuscito a dare la scossa. Per inerzia siamo andati alla deriva. La squadra è composta da un gruppo storico di sette giocatori e purtroppo non c’è una figura che prende il sopravvento sugli altri, a parte Del Prete che ha una forza di reazione importante, ma gli infortuni lo hanno penalizzato. È mancato un leader alla Comotto, per fare un nome”. 

Sul deferimento:

La Fiorentina mi ha denunciato perché dalla cessione di un giocatore (Mancini ndr) ha guadagnato poco. Come Perugia Calcio non sono tenuto a spiegare le cessioni a un altro club. Io per primo non posso parlarne almeno fino a quando le vicende non arriveranno in tribunale. Dico alla gente di state tranquilla. Le operazioni Mancini-Santopadre non sono collegate tra loro, ma si tratta di due operazioni di mercato separate tra loro”. 

Sul progetto tecnico:

“Questo sarà l’anno zero, confermeremo al massimo quattro-cinque calciatori. Non tollererò più nessun calciatore che risponderà male alla Curva, ai tifosi. La piazza è molto esigente, a Perugia non si viene a svernare. Chi pensa di poter svernare, scelga altre piazze calcistiche. Quando si riparte, alcune certezze vengono a mancare. Il budget sarà il medesimo di quest’anno.

Su Nesta:

“Bisogna sempre parlare di staff, non del singolo. Lorenzo Rubinacci è un grande esperto, ed il suo nome è stato importante tanto quanto quello di Alessandro Nesta. Nesta ci piaceva ad ottobre, ma aveva altre situazioni ed altri impegni, poi lo abbiamo successivamente contattato in dicembre-gennaio. Lo abbiamo invitato per fargli visionare le strutture, nessuno avrebbe voluto cambiare in corsa, ma dopo la partita contro il Novara, ho deciso per il cambio anticipato. Serviva mordente. Riteniamo che oltre alle competenze tecniche, Nesta possieda anche appeal sui calciatori. Mi ha sorpreso molto per come lavora, mi piace molto. Con Nesta abbiamo raggiunto anche l’accordo economico e siamo vicini alla riconferma. Mancano le firme, quando ci saranno daremo l’ufficialità. La richiesta che ci ha fatto è quello di avere uno staff di fiducia. Anche Mazzantini andrà via, con mio grande rammarico, ma ritengo corretta la richiesta di Nesta di avere un proprio staff. Su come giocherà il Perugia non lo so, ma posso dire che il 4-3-1-2 e il 3-5-2 sono i moduli di riferimento di Nesta”. 

Su Bucchi:

“Bucchi è stato vicino al ritorno, voleva tornare e noi eravamo contenti. Poi abbiamo scelto Nesta, e Cristian ha firmato con il Benevento. Non mi è piaciuto per come è andato via, mi sono sentito tradito, sbagliando perché sono professionisti. Avevo paura che al primo momento di difficoltà questo sentimento potesse riemergere. Per come sono andate le cose, forse è meglio sia per noi che per lui”. 

Su Cosmi:

“Qualche giorno fa abbiamo preso un caffè insieme. Non lo abbiamo mai contattato quando abbiamo esonerato Giunti. Tra me e lui ci sono amicizia e rispetto”. 

Sulle scelte dei calciatori e sul progetto del settore giovanile:

Il sogno di tutti  è quello di far crescere campioni in casa. Lavoriamo in un bacino piccolo e non è facile. Solo poche squadre ci riescono e sono Roma, Atalanta, Inter e Milan, dove ci sono bacini importanti. Siamo in serie B e siamo penalizzati nelle scelte rispetto a squadre importanti di alto livello o da quelle di massima serie dal livello medio-basso. Sulle scelte dei calciatori non è sempre facile indovinare quella giusta. Noi stiamo facendo quello che è nelle corde di questa città, vogliamo la A e tutti lottiamo per ottenerla ma è sbagliato far passare per disastrose le stagioni in cui riusciamo a disputare i playoff. 

Sul Leali:

È stato acquistato, e siamo ancora oggi convinti di aver fatto la scelta migliore. È un ottimo portiere ma in questi primi sei mesi non ha reso come ci aspettavamo. Speriamo sia ancora in fase di rodaggio. Andremo insieme in conferenza, perché sbagliare è umano ma perseverare è diabolico. La prossima volta che un professionista risponderà ai tifosi, a torto o a ragione, finirà fuori rosa. 

Sulla rosa e sul mercato:

Leali resterà in biancorosso. Diamanti andrà via. A Del Prete e Belmonte ho comunicato che andranno via. Bandinelli vorremmo tenerlo ma dipende dal Sassuolo. Pajac tornerà a Cagliari e farà parte della rosa dei rossoblu, mentre non conosco le intenzioni del Cagliari su Colombatto. È un calciatore che non credo abbia voglia di rivivere l’esperienza a Perugia dopo l’episodio successivo a La Spezia. Per Di Carmine in caso di offerte importanti dalla serie A sarà ceduto, perché merita la massima serie. In B rimane a Perugia. Se non parte, potremmo cedere Magnani. Buonaiuto vorrei confermarlo, è un calciatore che mi piace molto. Bianchimano è un profilo importante. Guarderemo all’estero, squadre Primavera delle società importanti e Lega Pro. 

Sul dopo La Spezia e sul rapporto con la tifoseria:

Secondo me la contestazione feroce non la voleva nessuno. La situazione è sfuggita di mano. Forse è stato il comunicato ad aver dato fastidio, ma è un atto dovuto. Sinceramente sono molto stanco, questa stagione è stata molto dura e difficile. Ho sbagliato determinate cose, ma il mio obiettivo era quello di salvare la squadra. Non mi sento però di aver sbagliato il risultato finale, ma la conduzione di alcuni episodi. Spero ci sia l’incontro con i gruppi organizzati. Decideranno loro i tempi e modi, è importante incontrarsi e chiarirsi. Spero di ripartire tutti insieme. I calciatori scelgono Perugia per la Curva Nord, lo spettacolo che offre, poi c’è il secondo step, l’informazione sulla società, poi il terzo step che riguarda le strutture di allenamento”. 

Su trattative di acquisto della società:

Non c’è nulla di vero. In sette anni di gestione ho avuto solo due approcci da parte di agenzie procacciatrici di fondi. Non ho chiuso la porta a nessuno ma non hanno avuto seguito. Non ho mai pensato a quanto possa valere oggi il Perugia. Mi spicerebbe molto lasciare senza aver conquistato la serie A, ma allo stesso tempo mi rendo conto delle difficoltà, dell’appeal che ho perso. La speranza è quella di riconquistare la stima. Mi sento di aver fatto sacrifici non solo economici, ma anche fisici. Da un punto di vista economico, inizialmente è stata la Frankie Garage a finanziare il Perugia, poi abbiamo avuto plusvalenze. Se non ne faremo altre, le cose potrebbero tornare difficoltose tra due anni. Al momento abbiamo ancora un tesoretto. In questi anni ho anche pensato alle infrastrutture, ho pensato al Museo, non solo alla parte sportiva. Abbiamo ricostruito il settore giovanile. Bisognerà dare continuità alla “mission” della società. 

Sulle risorse finanziarie:

Prima di essere presidente del Perugia, sono un imprenditore importante. Ho fatto la gavetta, e nella vita ho vinto. Questa è la mia forza ed è quello che voglio trasmettere. Sono l’esempio lampante di come  nella vita esista il merito imprenditoriale. Ho vinto anche nel calcio centrando promozioni e qualificazione ai playoff. Per la retrocessione non lotto, potrebbe anche accadere, ma voglio realizzare il sogno di conquistare la massima serie.

Sulla questione Stadio:

È un progetto che ho molto a cuore. Abbiamo avuto tanti incontri, due a Roma, di cui uno la settimana scorsa con Abodi del Credito Sportivo. Il problema è sempre lo stesso: il comune vuole che le risorse per rifare lo stadio le appronti il club. Si tratta di spese importanti per un progetto importante, e sto valutando il modo migliore. Se avessimo centrato la promozione in serie A, avrei già dato l’ok, perché tra serie A e serie B cambiano le risorse a disposizione. 

Sulle seconde squadre di A:

Siamo in disaccordo, ma il mio sentore personale è che quando la ruota comincia a girare, diventa difficile fermarla. Da un lato potrebbe penalizzarci perché non avremmo più calciatori in prestito. 

Sull’esperienza in Lega:

Esperienza che mi stuzzica, ma è molto impegnativa. Il Perugia è molto più rispettato, inteso come percezione del club. 

Su Han:

Mai saputo chi contattò l’entourage di Han prima della Domenica Sportiva. Il calciatore mi ha sempre detto di non potermene parlare. L’unico che ha fatto una brutta figura sono stato io. 

Su Goretti:

C’è un bellissimo rapporto, ogni tanto ci sono momenti di crisi come quest’anno in cui i chiarimenti sono stati più duri. Goretti ha sofferto tanto, perché fa il profeta in patria. Vorrei che in alcuni momenti fosse più distaccato per acquisire maggiore lucidità. Ha ricevuto un’offerta importante dello Spezia, economicamente vantaggiosa. Ho tanta fiducia in lui e nel suo operato. 

Raffaele Garinella-TifoGrifo.com

 

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