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“Il Grifo in analisi”, considerazioni a bocce ferme sul Perugia, una rivisitazione con tanto di valutazione critica e …clinica.

Scritto da il 30/12/2017
Rifondazione Grifo, i numeri del girone d’andata smentiscono che la squadra riesce a sprintare nei minuti finali. Tutte le fasi esaminate al rallenty. Troppe reti subite dall’inizio alla fine.
Il girone di andata ha lasciato infinite perplessità minando le certezze mostrate fino al successo sul Frosinone. Un Perugia dunque dai due volti, completamente diversi, quello capace di annichilire gli avversari uno dopo l’altro, ma anche quello capace di incassare gol a raffica. Sono 35 le reti realizzate, 36 quelle subite, tante, troppe, che testimoniano la crisi della difesa. Dati allarmanti che si riflettono sulla classifica che, definire preoccupante, è dire poco. Squadra fragile in ogni fase di gara. Nel primo quarto d’ora ha realizzato 4 reti subendone 5. Nei secondi quindici minuti, ha incassato 6 reti, realizzandone 5. Dal ‘30 al ‘45 ha realizzato 8 reti subendone 5. Nei primi tempi, il Grifo ha realizzato 17 reti incassandone 16. Non inganni il saldo finale in positivo perché il dato allarmante è che nei primi ‘30 di gioco il Perugia si è trovato spesso costretto a rincorrere, come si è visto contro Bari, Empoli, Venezia, Ternana, Cesena. Ben 3 delle 17 reti sono state realizzate contro il Carpi. Anche nei secondi tempi, la situazione non è migliore. Dal ‘45 al ‘60 ha sì realizzato 6 reti subendone 5, ma dal ‘60 al ‘75 ne ha realizzate 5 subendone 7, mentre nell’ultimo quarto d’ora di gara, ne ha realizzate 7 subendone 8. Fondamentali 3 delle 7 reti, che hanno fruttato 5 punti, vedasi Ternana, Ascoli e Salernitana. Ma chi afferma che il Perugia corre più degli avversari nell’ultima mezz’ora, non ha fatto i conti con la realtà dei fatti. È proprio nell’ultima mezz’ora di gara che il Perugia ha incassato il maggior numero di reti, 15 delle 36 complessive. Nell’ultimo quarto d’ora del primo e del secondo tempo, è il momento in cui ha segnato di più, rispettivamente 8 e 7 reti. La fase difensiva non funziona. Su questo aspetto Breda, che nonostante i rumors di un possibile avvicendamento, è stato confermato in panchina, dovrà lavorare parecchio. La sua media punti a partita è pari a 1.10, mentre Giunti viaggiava con una media di 1.46. C’è stato un peggioramento, e, suo questo aspetto, hanno influito le ultime tre partite, in cui è stato raccolto solo un misero punto. Breda avrà presto a disposizione nuovi elementi con cui lavorare. Leali, portiere di proprietà della Juventus appare molto vicino, ma occhio alla suggestione Brignoli, in uscita da Benevento. Germoni, scuola Lazio, in uscita da Parma, con un recente passato alla Ternana, potrebbe diventare il nuovo terzino sinistro biancorosso. In difesa bisognerà intervenire con maggior tempestività. In avanti Di Carmine è una garanzia. Santopadre dovrà respingere le avances di Palermo e Parma, e gli ammiccamenti di Chievo e Verona. Al momento, e i numeri non mentono mai, il Perugia non può fare a meno di Di Carmine, anche perché 12 delle 35 reti realizzate portano la sua firma. Oltre alla difesa, urge rimpolpare il centrocampo con un mediano in grado di proteggere il regista di turno (Colombatto o Bianco). Un centrocampista che impedisca alle offensive avversarie di penetrare in area con estrema facilità. L’ultima disfatta ha decretato una sorta di verdetto per diversi elementi che possono disdire l’appartamento, per loro Perugia resterà solo un bel ricordo dei tempi andati.
Raffaele Garinella-TifoGrifo
Scritto da
il 30/12/2017.
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