Goretti sta a Perugia come Marotta stava alla Juventus. L’importanza del sostantivo successo
Scritto da Raffaele Garinella il 17/04/2019
Goretti sta a Perugia come Marotta stava alla Juventus. L’importanza del sostantivo successo
Il successo non si misura solo in base ai trofei in bacheca. Sarebbe riduttivo e poco corretto lasciare fuori dall’analisi altre ed importanti variabili.
Dal ritorno in serie B, stagione 2014/15, il Perugia ha sempre centrato i playoff. Bisoli è stato sfortunato e costretto a fronteggiare numerosi infortuni. È un successo anche questo, guai a sottovalutare la possibilità di lottare per qualcosa di grande come la serie A.
Vuol dire aver conquistato un sogno, averlo condiviso con tutto l’ambiente, dalla città ai tifosi. Il Perugia lo ha fatto con risorse economiche differenti rispetto a tante altre squadre dal differente patrimonio economico, o dotate del paracadute. Variabili fondamentali, necessaria per analizzare le cose in maniera dettagliata.
La nostra analisi non può non considerare la la stagione corrente. Bisogna partire dal famoso ritiro di Sarnano con Kouan terzino sinistro e con Volta e Belmonte al centro della difesa. Con lavoro quotidiano il Perugia è arrivato a lottare, anche quest’anno, per i playoff. Non male, anzi un successo, visto l’obiettivo di inizio stagione, una tranquilla salvezza.
Goretti è uno dei protagonisti di questo importante cammino. Ha scovato Dragomir e Kinglsey, due ragazzi del ‘99, non certo veterani di categoria, e ne ha fatto i perni del centrocampo.
Ha puntato su Nesta e sulla sua voglia di emergere, di imporsi attraverso il bel gioco, timoniere di un gruppo che corre, lotta, suda e si sacrifica. Qualcuno dirà che i playoff da ottavi contano nulla, che contro le squadre che precedono il Perugia si è sempre,-o quasi sempre-, perso. È doveroso aggiungere che si è vinto contro altre squadre, che i tre punti contro il Padova,-che ha vinto a La Spezia-, valgono come i tre punti contro Verona o Benevento. E soprattutto,-questo il successo più grande-, il Grifo è distante solo tre punti dal Verona, squadra retrocessa dalla A, e cinque dal Benevento, squadra che avrebbe dovuto ammazzare il campionato. Non è un successo questo?
Azzardando un paragone, potremmo accostare Goretti al Marotta bianconero, capace di mutare la Juventus e di condurla nuovamente in alto. Si parla del Chievo con insistenza. Campedelli adopererà le stesse parole di Shakespeare per convincere Goretti a raggiungerlo?
Secondo l’illuminato parere del drammaturgo inglese non esiste mondo fuor dalle mura di Verona ma solo purgatorio, tortura, inferno. Chi è bandito qui, è bandito dal mondo. E l’esilio del mondo è morte.
Sarà ma noi ci fidiamo delle illuminazioni di Santopadre, delle intuizioni di Goretti, e delle capacità di Nesta. Un terzetto che vuol dire successo. Verona è molto bella, Chievo è piazza importante, ma vuoi mettere le mura di Perugia? Dentro le cerchia delle mura di Perugia vi sono i segni di tutti i secoli e di tutti gli stili, dall’etrusco al neoclassico, Perugia è tra le più dense e complete capitali dell’arte.
Lo scriveva Guido Piovene, veneto, non certo umbro. C’è da fidarsi.
Raffaele Garinella-Tifogrifo.com
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