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Carpi-Perugia 0-1. Il Perugia vince giocando alla Castori. Segna Melchiorri al 92’.

Scritto da il 16/02/2019


Chi la fa l’aspetti. Il Carpi di Castori aveva vinto all’andata senza merito al Curi; al ritorno, il Perugia sbanca Carpi di rapina con un gol nel recupero di Federico Melchiorri. E, ironia della sorte, il Perugia vince giocando alla Castori, perché segna nell’unica occasione creata in una ripresa sofferta, nella quale gli emiliani hanno sovrastato i grifoni sul piano fisico, chiudendoli in area dopo aver vinto contrasti, seconde palle e duelli rusticani a tutto campo. Nesta mischia le carte e schiera il 3-5-5 con Moscati e Felicioli esterni, Sgarbi con Cremonesi e Gyomber, Falzerano mezzala e la coppia d’attacco Sadiq-Han. Il gioco però non funziona, perché gli esterni non incidono e in mezzo al campo il Perugia soffre la prevista fisicità degli emiliani, che contrastano, anticipano e raddoppiano secondo il collaudato copione del loro allenatore. Han non entra mai in partita, stretto nella morsa dei mastini della difesa carpigiana. Sadiq è molto dinamico, ma poco concludente. Il Perugia non riesce mai a costruire più di due passaggi di fila, perché l’atteggiamento aggressivo e l’organizzazione degli avversari sporcano ogni situazione e intasano tutte le linee di passaggio. Il Carpi non ha grande tecnica, ma pressa alto e lotta con verve forsennata, lancia continuamente palle lunghe di difficile lettura, sfonda spesso sulle fasce e mette in area palle alte sulle quali vanno a tentare il colpo in quattro o cinque. La difesa a tre voluta da Nesta doveva costituire un baluardo proprio contro queste caratteristiche e alla fine c’è riuscita, pur con qualche affanno di troppo nella ripresa. Il merito del Perugia è stato proprio quello di non crollare, nella tenuta difensiva e anche mentalmente, sotto le cannonate emiliane, spesso imprecise, ma sempre capaci di creare apprensioni. Stavolta nel Grifo è mancata, però, e pesantemente, la fase di costruzione. La distanza tra le linee eccessiva era una delle cose da evitare contro una squadra corta e compatta come quella di Castori. Invece, è quello che ha fatto il Perugia. Così, niente creazioni davanti, nulla di buono, qualità non pervenuta. Almeno, fino all’ingresso di Melchiorri e Verre. I due titolari, oggi partiti dalla panchina, non hanno fatto granché, perché il contesto che si era ormai creato non lo consentiva. Però, chi ha le doti, può bastare che le tiri fuori anche una volta sola. È successo, puntualmente, al 92’, quando il Perugia stava apparentemente cercando solo alleggerimenti a tutela dello 0-0. All’improvviso, il piede fatato di Verre ha disegnato in verticale in area un assist per Melchiorri che, con un pallonetto liftato, ha beffato Piscitelli. Uno a zero, partita vinta con una prestazione brutta e spirito operaio, magari senza merito. Ma vinta. Con le precisazioni finali di Nesta sul non eccessivo gradimento, da parte sua e della squadra, del 3-5-2, modulo da utilizzare in casi particolari e limitati, in pratica quando c’è da fare più battaglia e badare al sodo. Segno, questo, che Nesta sta piano piano diventando un allenatore a tutto tondo. Non solo l’organizzazione di gioco, ma anche la praticità, quando non si può fare di più. Se questo basterà a raggiungere i play off, non si può dire. Ma, intanto, è stato sufficiente per continuare a rimanere agganciati al treno. E per allontanarsi decisamente da ogni rischio.

Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia

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il 16/02/2019.
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