Anche i leoni sono mansueti se il domatore si chiama Di Carmine. Il bomber e Rosati riportano il Grifo in vetta alla classifica.

C’erano una volta i “mangiatori di uomini dello Tsavo”, due leoni che nel 1898 mangiarono ben 35 uomini in nove mesi. Fu John Patterson, colonnello dell’esercito britannico, a porre fine all’esistenza dei due “spiriti delle tenebre”, così chiamati dagli abitanti di quella che oggi è una riserva naturale del Kenya. In campo contro i temibili leoni del Frosinone non c’era il colonnello Patterson, ma un altro domatore di leoni, Samuel Di Carmine, che, nonostante qualche acciacco muscolare, ha piazzato il colpo vincente permettendo al Perugia di conquistare una vittoria preziosa dopo il discusso stop di Palermo. A conservare il risultato, oltre al sacrificio collettivo, ci ha pensato Rosati con super parate in serie che, di fatto, lo hanno avvicinato all’Olimpo dei numeri uno. Il Perugia ha sofferto durante tutta la ripresa, come solo le squadre che sanno cosa vogliono, riescono a fare, subendo sì l’atteso ritorno del Frosinone, ma senza rinunciare ad attaccare, sfiorando la rete della sicurezza con Han, Buonaiuto e Terrani. Era inimmaginabile pensare ad una gara senza momenti di sofferenza, perché dall’altra parte c’era quella che gli addetti ai lavori considerano la squadra più forte della cadetteria, con una rosa ben amalgamata e completa in ogni reparto. Anche alla luce di tutto ciò i tre punti aumentano di valore con chiari riflessi sull’autostima. Il verdetto e la prestazione hanno ribadito che la squadra di Giunti può giocarsela contro tutto e tutti, a patto che non ci siano clamorosi errori arbitrali a penalizzare il lavoro svolto durante la settimana. La prossima gara vedrà il Perugia impegnato su un altro campo complicato, dopo i leoni ci sarà una leonessa arrabbiata, il Brescia. Ma è assodato: anche leoni sono domabili, così come gli spiriti nelle tenebre possono essere sconfitti.

Raffaele Garinella-TifoGrifo.com