Amaro ritorno di Giunti a Brescia: si può imparare una riga dalla vittoria e un libro dalla sconfitta. Ecco cosa non ha funzionato al Rigamonti.
Scritto da Raffaele Garinella il 30/09/2017Tanto si potrebbe scrivere in merito alla sconfitta contro il Brescia. Ad esempio, si potrebbe chiedere aiuto al Dalai Lama, che afferma che quando si perde, non bisogna mai perdere la lezione, lezione che sottolinea come la squadra sia stata meno cattiva, più leziosa che cinica. Una prestazione insufficiente se si considerano gli standard cui eravamo abituati sin dal principio della stagione. A volte però è meglio prendere un salutare ceffone, piuttosto che tanti piccoli schiaffi. E quello di Brescia servirà sicuramente a schiarirsi le idee in vista della partita con la Pro Vercelli. Dove mancherà Han, impegnato con la Corea del Nord. Han e Pajac hanno dimostrato qualità e risorse con il laterale che ha confezionato l’assist per il gol che doveva e poteva essere meglio gestito. Era scritto che doveva andare così, con Caracciolo pronto ad esaltarsi quando vede il biancorosso e con Bisoli che ha reso felice suo padre che, come un qualsiasi genitore farebbe, si auspicava la vittoria del figliuolo. La classifica resta buona, primo posto seppure in condivisione e per il momento, solo il Frosinone, in caso di vittoria, potrà balzare al comando, da solo. Giunti ha masticato amaro in uno stadio che gli regalò poche soddisfazioni anche da calciatore, salvo rafforzare il bagaglio tecnico al fianco di Baggio. Proprio Giunti dovrà a mente fredda, passata l’amarezza, valutare gli errori di Brescia. Sarà determinante non tralasciare l’importanza della sconfitta, perché come diceva Paul Eugene Brown, allenatore di football americano: “Puoi imparare una riga dalla vittoria e un libro dalla sconfitta”.
Sarà comunque il caso di voltare pagina e di concentrarsi sulla prossima avversaria.
Raffaele Garinella- TifoGrifo
Raffaele Garinella- TifoGrifo.com