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A testa alta!

Scritto da il 29/04/2014

BisbylandiaNel pantano di Salerno il Perugia ottiene la scelta delle armi nel prossimo e decisivo match: basterà il pareggio. In fondo questa partita, dopo che Testa, portiere de L’Aquila, aveva regalato il gol- e praticamente la vittoria- al Frosinone, non aveva altre cose da dire: vincere o pareggiare sarebbe stato lo stesso. I Grifoni, dopo essere andati sotto contro un avversario che ha dato tutto, ed anche di più, dal primo al 94esimo, hanno combattuto ed ottenuto quello che volevano. Bravi. Questo vantaggio (avere due risultati su tre a disposizione) sarà però davvero tale solo se non intaccherà l’approccio alla partita della nostra squadra: scendere in campo per vincere. Che è poi quello che per metà del primo tempo si è visto a Salerno. Quello su cui il Grifo ha costruito il suo campionato. Se invece il Perugia scenderà in campo per il pareggio, scusate la brutalità, possiamo già cominciare a preparare i playoff. PER FAVORE NO!

Il Grifo non deve essere passivo, non aspettare solamente, deve insomma saper attaccare (con giudizio!) per tanti motivi: il primo dei quali è che attaccare è la sua natura e se attacchi tu gli altri non possono farlo. In sintesi: se attacchi segni, e se segni vinci.

E se vinci sei in B (ok, anche se pareggi, ma non ci pensiamo).

Facile, no?

 

Ora c’è una settimana per pensare a come giocare la sfida cruciale. 4-3-3, 3-5-2, altri moduli a caso. Ho sentito anche, all’intervallo, critiche alla disposizione tattica del Grifo, ma se Mazzeo (gran gol il suo) avesse segnato il gol del 2-0 i commenti sarebbero stati diversi. Il 3-5-2 si è dimostrato un sistema utile in copertura e per ripartire, cosa che può tornare utile anche col Frosinone, a patto che si riparta davvero. Perché è come si interpreta un modulo a dare senso al gioco. E quando il Grifo si è abbassato troppo non riuscendo a ripartire, a quel punto la Salernitana ha trovato i due gol (il secondo, peraltro, episodico alquanto). Io, fatto salvo che a far la differenza è l’atteggiamento della squadra, non il modulo in sé per sé, preferisco il 4-3-3, l’ho sempre scritto, ma è anche vero che contro il Pontedera il 3-5-2 ha ridotto forse i rischi rispetto al 4-3-3.

So di non sapere, direbbe il filosofo, ma a questo punto sarà utile fare giocare chi è più in forma e cucir su di loro l’abito addosso tra i due a disposizione.

Sarà una settimana lunghissima…

 

Un viaggio ha senso per la sua destinazione, ma soprattutto per il suo percorso. Ed in questo ultimo anno, da quel percorso si possono trovare elementi utili per capire chi siamo e verso cosa andiamo.

Allora, per restare agli ultimi 12 mesi, ricordiamoci il saldo rigori dell’Avellino a maggio 2013 (e dove sono gli irpini e il Latina, in Serie B), il coitus interruptus da Favasuli, le critiche preventive a questa squadra ed al suo Direttore Sportivo, fin dal ritiro, i primi arbitraggi esterni, la difficoltà a trovare una quadratura del cerchio, specie a causa di quelle prime trasferte, le critiche a Camplone, le vittorie sofferte, perché nessuno ci ha mai regalato nulla, le dichiarazioni del direttore generale del Frosinone e quelle di Grillo della Paganese (do you remeber?), i pronostici di Fioriti, l’assenza di giocatori del Grifo nelle varie top 11 che certuni scrivono come se vedessero tutte le partite di Legapro (tsk…), la supponenza di Ghirelli, abbonato allo stadio con la staccionata a 20 chilometri da Perugia ma che del capoluogo non sembra avere grande simpatia.

E ce ne faremo una ragione.

Ce ne faremo una ragione di tutto ciò che è accaduto, ed un vanto anche, perché Perugia, ed io ho la fortuna di esserne figlio, è così: fiera ed aspra, riservata ma generosa, amica ma non puttana e se qualche volta ha avuto qualche cedimento (penso a qualche gaucciata), ha pagato tutto, a differenza di altri, soffrendo e ripartendo con dignità.

 

Ricordiamoci tutto, perché tutti questi ostacoli, ed altri che ora sicuramente non mi ricordo, sono stati sovvertiti dalla forza d’animo di questa squadra e, massì dai, di questo pubblico che in tempi di miseria e carestia, “ancora và a vedè l’Perugia”, e ne è fiero anche attraversando due fallimenti (con allegate varie prese in giro) o perdendo in casa col Monteriggioni.

Dai, se non siamo morti stecchiti lì non si schiatta più.

 

Ricordiamoci anche la grinta di Comotto, che porta in campo da leader la squadra e così sarà anche domenica, nel bacino ardente di ventimila cuori biancorossi uniti per un unico obiettivo e pazienza se qualcuno che mi ritroverò nei paraggi e che verrà per la prima volta quest’anno al Curi mi chiederà chi è il 9. E’ Eusepi, cazzo, è Eusepi da un anno, quello che ti dicevano che non segnava e infatti segna (e segnava anche prima, in Serie C, peraltro, se uno non si fermava all’ultima riga dell’almanacco). Eusepi, Euspei, Eusepiii!!!

Ricordiamoci il fendente di Fabinho contro il Prato ed il salvataggio sulla linea di Massoni all’ultimo tuffo contro L’Aquila, Scognamiglio e il suo essere di categoria superiore in difesa ed in attacco, i colpi di genio di Mazzeo, le corse di NiccoeMoscati, che ormai li si nomina sempre insieme (e che coraggio, Moscatino, a prendersi la responsabilità del rigore: bravo!), la ripartenza di Conti contro il Pontedera e i gol pesanti di Sprocati, specie quello che gela il Del Duca, fondamentale. Henty ed il suo gol col Grosseto e Vitofrancesco che dove lo metti sta. Carcione, che a Salerno ha fatto capire che in questo gruppo ci può stare e Sini, che ha fatto ricredere molti negli ultimi mesi. Ricordiamoci Koprivec che para il rigore a Barletta e Stillo che salva sul penalty di Pià a L’Aquila, Franco e Rossi, che detti così sembrano un tour operator ma che in realtà si stanno acclimatando al Grifo e domenica chissà, Barison e Sanseverino, che hanno giocato poco, ma bene davvero, Insigne che si è fermato presto, e sul più bello, e Filipe che è un anno che canta e che porta la croce nel ruolo più difficile (il lavoro di interdizione che fa il brasiliano pochi registi sono in grado di farlo).

Ognuno di loro ha costruito quel punto di vantaggio che domenica dovremo incrementare o al limite difendere.

Ognuno ne ha portato un pezzetto ed ognuno dovrà dare il massimo per terminare il lavoro.

 

Poi ci saremmo anche noi, già. Ricordiamoci tutto il tempo che abbiamo speso allo stadio, le facce che sono scorse al nostro fianco, gli anni che passano e noi sempre là, a fare parte di un qualcosa di grande. Ricordiamoci dove eravamo venti anni fa, dove eravamo dieci anni fa, quante cose sono cambiate e quanto il Grifo sia stato sempre presente nelle nostre vite.

Forse troppo ma chissenefrega.

E se ripenso a mio nonno, che è venuto a mancare ormai da parecchi anni, la prima cosa che mi viene in mente è che immancabilmente chiamava DiCara DiChiara, ed ora che Giacomino è tornato a Perugia mi viene il sospetto che non lo avrebbe chiamato nel modo giusto nemmeno adesso.

Ricordiamoci i vecchi compagni di partite, e chi si è trasferito (e sono in tanti, tantissimi, di coetanei miei nati nella seconda metà degli anni ‘70), chi ha preso altre strade, e chissà se ancora si informano del Grifo. Ricordiamoci perché tutto ci servirà in questi ultimi 90 minuti.

Perché la storia ti forma, ti forgia e ti permette di arrivare pronto dinanzi alle sfide più grandi. E domenica sarà una di queste perché domenica si può salire la scala che porta all’uscita dall’inferno della LegaPro.

 

Ed allora fieri di quanto fatto quest’anno da ogni singolo giocatore, della grinta e della passione di Santopadre: in questa C che economicamente è un bagno di sangue lui ci ha messo entusiasmo e passione. Fieri del gioco proposto e degli input di Mister Camplone, che ha dato un’anima alla squadra. Domenica c’è da chiudere degnamente una storia entusiasmante, per arrivare poi ad aprirne un’altra. Facciamolo, facciamolo subito.

 

Ho un nervoso addosso che mi uccide ed una adrenalina da mandare avanti da solo una centrale elettrica. Ma so chi sono e da dove vengo, ed il mio Grifo deve essere certo e fiero di quel che ha fatto quest’anno E DI QUEL CHE ANDRA’ A FARE DOMENICA.

Mancano 143 ore (e mezza) al fischio di inizio.

La settimana scorrerà nell’attesa.

 

Tutti insieme, verso l’obiettivo, a testa alta!

 

Federico Basigli

Scritto da
il 29/04/2014.
Registrato sotto PERUGIA CALCIO, Primo Piano.

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